di Andrea Cardoni
Ieri al seggio c’era un foglio lungo che diceva che il commissario disponeva alcune cose, ne vietava altre. Poi alla fine del foglio lungo, lì al seggio, c’era il nome di chi aveva scritto quel foglio che era il commissario: “Tronca” c’era scritto, senza nome di battesimo di quel “tronca” lì. “Tronca” e basta. E uscendo dal seggio Mauro, che era lì al seggio con me che l’ha notata questa cosa di “Tronca” e basta, mi ha detto che è un po’ come in Inghilterra che la regina Elisabetta non si firma col nome e il cognome, ma solo col nome “Elisabetta” perché tanto lì, in Inghilterra, “Elisabetta” è la regina. E allora ho pensato subito a quando sono stato in un posto, che era un ufficio pubblico dove ci stanno le istituzioni e dove c’è un signore che nel suo ufficio dove non è che c’è la foto del presidente della Repubblica, dove prima di entrare ci sono di solito le bandiere dell’Italia e dell’Europa, e invece in quell’ufficio ci stanno le fotografie della regina d’Inghilterra che guardavano verso dentro l’ufficio, quindi anche me.
E poi quel signore in quell’ufficio pubblico a Roma dove ci stanno le istituzioni mi ha parlato da un trono e il trono aveva i braccioli in oro finto e le gambe in oro finto e il posto dove poggiava la schiena questo signore era uno schienale dove c’era una bandiera blu con delle stelle d’oro, anche quelle come le gambe e i braccioli, forse erano le stelle d’oro finto dell’Europa.
E mentre quel signore mi parlava e le foto della regina d’Inghilterra ci guardavano, io pensavo che il trono in genere ce lo hanno i re. E allora forse quel signore di quell’ufficio pubblico dove ci stanno le istituzioni fosse un re. Solo che poi ho pensato che in Europa non c’è mica il re dell’Europa e che quindi quel trono lì non è manco vero, originale, autentico di proprietà del re dell’Europa e che forse quel signore lì di essere un re se lo pensava solo lui. Poi quel signore ha finito di parlare e prima di uscire mi è venuto di guardare le foto della regina d’Inghilterra e a me mi è dispiaciuto per lei che tutti i giorni, da quelle fotografie, deve guardare questa cosa: questo signore e il suo trono, nel suo ufficio pubblico dove ci stanno le istituzioni.
C’è una cosa che ha scritto un signore che scrive dei libri che si chiama Paolo Nori che una volta, in un discorso che si chiama “Piuttosto” che riguardava la simbologia dei Sex Pistols e aveva scritto che “in Italia, una come la Regina d’Inghilterra, a parte il papa, che però quello lì non è neanche in Italia è un’altra cosa, ma a parte lui una come la Regina d’Inghilterra, non c’è mica, mi è venuto da pensare.
L’unica figura che ci si avvicina è il presidente della repubblica, solo che poi, chi sarà stato il presidente della repubblica quando è salita al trono la regina Elisabetta, mi sono chiesto, Giuseppe Saragat?, mi sono risposto
Solo che sono andato a vedere, la regina Elisabetta è salita al trono nel 1952, non era presidente Saragat, era presidente Luigi Einaudi, e dopo di lui prima di arrivare a Giuseppe Saragat ci son voluti anche Giovanni Gronchi e Antonio Segni. Be’, ecco, io, ho provato a pensare se un cantante italiano contemporaneo, un punk, non so, Joe Squillo, avesse fatto una canzone dedicata a Giovanni Gronchi, o a Giuseppe Saragat, o a Antonio Segni, o a Luigi Einaudi, e se un disegnatore italiano contemporaneo, non so, Forattini, avesse preso una foto di Giuseppe Saragat, ci avesse messo la spilla da balia nel labbro e gli avesse disegnato due svastiche negli occhi, noi, a guardarlo, cosa avremmo pensato?”.
Ecco mi sa che da oggi quando dovrò pensare a una figura che che si avvicina alla regina dell’Inghiterra penserò al commissario Tronca, senza nome di battesimo, su un trono, come un re. E questo è quanto.