Desde Cuba. Da Cuba. È la nuova pubblicazione di Q Code Mag, nella sua veste di editore digitale. La firma è quella di una figura che da anni scrive e costruisce questo giornale: Antonio Marafioti.
Di Angelo Miotto e Christian Elia
Un diario di un viaggio, la possibilità di tuffarsi nelle atmosfere e nella quotidianità di Cuba, la Isla.
Gli occhi di Antonio Marafioti si fermano sui dettagli, con la capacità che conosciamo da molti anni di saper cogliere nel particolare un segno da esplodere in una bella scrittura.
Non c’è nel libro digitale che vedete qui sotto e che vi invitiamo a comperare una traccia o una tesi politica da avallare rispetto a un territorio così polivalente e difficile da giudicare come Cuba. Ci sono le giornate di un agosto caldo, le scoperte e i pensieri che partono da un vissuto personale, da un’attesa di ciò che si incontrerà che parte per forza di cose da un percorso e da speranze costruite a migliaia di chilometri di distanza. Per poi raccontare di carne e ossa.
C’è una delle mille Cuba. Perché Cuba è più di un’isola, ancora oggi che la sua storia sta attraversando un momento storico – come sottolinea la copertina di questo libro, affidata alla matita di Enrico Natoli.
Cuba baluardo della resistenza contro l’invasore yankee: scriverlo sembra una vecchia frase militante, eppure Alca e pressioni bilaterali dei trattati di Washington sono stati in un recente passato una minaccia sventata da un asse ormai sepolto della nuova stagione dei presidenti eletti, da Lula a Kirchner, Morales e Mugica. E Hugo Chavez e Fidel Castro, prima di passare a Raul, a rinsaldare con ogni mezzo un’unione e nuovi legami che potessero avere ragione dei piani scritti dalla finanza mondiale e dal famigerato 1%.
Cuba e l’embargo, che troppo spesso ci dimentichiamo andando a valutare pagelle di democrazia o che rimuoviamo quando diventiamo facili prede di personaggi eroici armati di blog per spiegare al mondo ‘la verità’. Dentro Cuba c’è spazio per tutte le tonalità e le sfumature di critica e di denuncia, anche di condanna. Ma se c’è un posto in cui la pancia deve rimanere dentro una sovrastruttura necessaria, quella del contesto, è proprio questo.
Antonio Marafioti ci restituisce la sua freschezza dell’immediato, del pensiero che si muove e si lascia schiaffeggiare dalle emozioni; ci perdiamo con lui nelle descrizioni e camminiamo per diversi giorni accompagnati dalle sue foto e da quelle di Cora Ranci.
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La prefazione, imperdibile, è firmata da Gianni Mura.
Inizia così: «Si può stabilire, alla Montale, cosa non è la Cuba di Marafioti. Non è quella di Hemingway, che pure rimane fra le principali attrattive turistiche, non fosse che per il Mojito. Non è quella di Nicolas Guillen, non è quella di Padura Fuentes e del suo tenente Mario Conde, non è quella bukowskiana di Pedro Juan Gutierrez, pur contenendo vapori alcolici. È piuttosto, azzardiamo, un diario di viaggio, una serie di scatti sul bello e sul brutto di un’isola sfiancata dall’embargo».
Compratelo. Leggetelo.