di Alice Bellini
12 spunti di riflessione, consigli di approfondimento di vita pescati a sorte da un cappello. Per coloro che credono negli astri, non sarà di certo un caso che un determinato messaggio sia uscito per un determinato segno. Per chi invece le stelle le riconosce solo come lucine nel cielo, comunque una piccola riflessione non fa mai male, per alleggerire un po’ l’anima, ma senza volare via.
“La stessa acqua bollente che ammorbidisce le patate indurisce le uova. A prova del fatto che dipende da come si è fatti e non dalle circostanze”. Come dire, dati di fatto e interpretazioni posso stravolgere la realtà intorno a noi a seconda di come la percepiamo. Non è quindi detto che qualcosa sia esattamente e necessariamente come la vediamo, o è venuta per forza a nuocere alle nostre vite. Magari basta chiamarla semplicemente con il suo proprio nome, senza aggettivi a determinarne il valore. Magari basta rendersi conto che invece che delle patate in realtà siamo delle uova, o viceversa. Insomma, riuscire a distinguere la propria natura dalle circostanze che la circondano è fondamentale per essere certi di non andare ad immischiarsi in situazioni che non fanno affatto al caso nostro, se non fosse per altro che le circostanze ci vogliono uova, mentre noi siamo patate. E pare proprio che questo Giugno sia un valido momento per gli Ariete per accertarsi di rispettare la propria natura e riuscire a prendere le distanze (o accorciarle) con una specifica circostanza piuttosto che un’altra. In ogni caso, buona ebollizione!
Edward Bach è quel signore Inglese creatore dei famosi Fiori di Bach, rimedi della medicina alternativa che sfruttano il carattere di erbe e fiori per aiutare l’organismo umano (e non solo) a risolvere specifiche problematiche psico-fisiche. “La malattia è solamente e semplicemente correttiva”, affermava Bach, “non è né vendicativa, né crudele; è il sistema che la nostra anima adotta per indicarci i nostri errori, per farci evitare di farne di più grandi, per impedirci di produrre maggiori danni e per farci ritornare sul Sentiero della Verità e della Luce da cui non avremmo mai dovuto allontanarci”. Indipendentemente dalle personali credenze di ognuno in merito a queste parole, penso sia oggettiva la dinamica per cui, nella moderna società, invece di ascoltare i sintomi di un malanno, li soffochiamo con ogni tipo di artificio, sia esso una malattia, o un contentino morale, un accomodarsi, o un accelerare ancora di più. Finché non si scoppia. Finché non ci si ammala. Finché si giunge a un punto di non ritorno. Che i Tori si stiano ostinando in questa direzione? Non saprei. Ma male non farebbe se durante questo Giugno si adoperassero un po’ tutti a scorgere le varie malattie (ed errori) della loro vita e a trovare un modo di guarirli, invece che azzittirli.
“È bene seguire la propria inclinazione, purché sia in salita”, affermava il premio Nobel André Gide. Frase molto amata da noi montanari, ma comunque molto esplicativa dell’attitudine alla vita di ognuno di noi. Si tratta di un invito all’aspirazione, a seguire le proprie tendenze e pendenze, senza scoraggiarsi di fronte alle salite, ma anzi, riconoscendone l’enorme fortuna che essere rappresentano. Raggiungere un punto più alto, non per arrivismo, ma per migliorarsi e conoscersi, per incontrarsi e vedersi per quello che si è veramente. Solo attraverso una conoscenza del genere si può capire dove e come cambiare. Dunque, Gemelli, buona salita. Che la strada vi venga incontro, ma neanche troppo. State pur certi che la vista dalla vetta sarà sensazionale!
Quando ci dilunghiamo in auguri e speranze, siamo abituati ad augurare la realizzazione di tutti i sogni, il raggiungimento di uno stato di realizzazione e completezza, la completa attuazione delle proprie ambizioni. L’arrivo, insomma, a quel punto dove tutto è stato sognato, voluto e realizzato. E identifichiamo nelle nostre menti quel luogo del tempo come un posto pacifico, senza più preoccupazioni o affanni. Eppure, se solo ci si ferma un momento a pensare, è un augurio veramente brutto e sminuente, quello di arrivare in un luogo dove non c’è più nulla da volere, o da sognare, perché significa che allora non c’è più possibilità di crescita alcuna. La completezza non è nulla a cui aspirare, un po’ come la perfezione. Sono sirene il cui canto è illusorio, finanche pericoloso. “May I never be complete”, possa non essere mai completo, si augurava Tyler Durden nel Fight Club di Chuck Palahniuk. Perché solo così si potrà davvero sapere cosa si vuole e si potrà sempre ambire a un miglioramento, che sia di sé o di ciò che ci circonda. Dunque, cari Cancro, vi auguro di non essere mai completi, di non avere mai tutto sotto controllo, di non realizzare mai tutti i sogni. Perché solo così potrà essere una vita che varrà la pena vivere. Sempre.
“Il regno di Dio è nel cuore degli uomini”, recita il Vangelo di Luca. E non mi sembra ci sia periodo storico migliore per ricordarlo. Quando preghiamo il nostro dio, ricordiamoci che la sua volontà è attuabile solo attraverso i nostri cuori e che pregare per un mondo di pace, senza poi fare la pace è come non pregare affatto. Vale per chi crede. Vale per chi non crede. Perché il regno di Dio può avere tante sfaccettature, tante interpretazioni, può valere a metafora di tante realtà odierne, che portano il nome di tolleranza, accoglienza, fratellanza e aiuto. Nulla piove dal cielo, mai per nessuno. E che si creda o meno che il Regno di Dio sia nel nostro cuore, la verità è che non vi è accoglienza se non accogliamo, e non vi è amore se non amiamo. Non ci sarà tolleranza se non tollereremo. E non ci sarà umanità se non saremo umani.
Quando si dice che il destino esiste eccome! Qualche giorno fa la mia mamma, che è per l’appunto una Vergine, mi ha fatto conoscere un bellissimo video intitolato Brain Dictionary. È meraviglioso e affascinante scoprire come il nostro cervello sia una mappa così fitta di parole e termini. È meraviglioso e affascinante avere finalmente la riprova che le parole hanno un effetto reale su di noi e non sono solo lemmi al vento. Dunque, l’invito sembra chiaro, di dare un peso alle proprie parole, anche fossero non dette e solo pensate. Perché tutti ascoltiamo, anche noi stessi, e quello che diciamo ha un effetto reale, tangibile e determinante. Per quanto la canzone di Mina mi sia sempre piaciuta molto, non sono solo “parole, parole, parole”, ma azioni a tutti gli effetti.
“Non è la montagna che hai di fronte a logorarti, ma il granello di sabbia nella scarpa”, recitano le sagge parole del poeta anglo-canadese Robert William Service. Nonostante ciò, così poco abituati come siamo a soffermarci sulle piccole cose, sui particolari, risulta sempre più difficile riconoscere questi granelli, e sempre più frequentemente si addossa la colpa alle montagne, rendendole sempre più grandi e pesanti. Ma verità vuole che, per quanto grandi tentiamo di renderle, comunque non sono loro a logorarci e il momento dovrà arrivare che ci decideremo a soffermarci sui granelli che abbiamo nelle scarpe, invece che continuare a porre come scuse enormi e innocenti montagne. Vero Bilance?
“E il giorno arrivò che il rischio di restare intrappolata in un angusto bocciolo divenne più doloroso del rischio che ci volle per sbocciare”, affermano le belle parole dell’autrice Anais Nin. Viviamo spesso le nostre vite alla ricerca di quell’accadimento che azzeri ogni rischio e ogni paura, senza voler accettare il fatto che un accadimento del genere proprio non esiste. Dove ci gireremo ci gireremo, un rischio sarà lì ad attenderci e a stuzzicare le nostre paure. Ma alla fine di tutto possiamo essere certi che il rischio più grande è quello di non crescere – e dunque non vivere – mai. Se quindi durante questo Giugno uno di voi Scorpione dovesse ritrovarsi davanti a un dilemma del genere, chiedetevi sempre quale sia il bocciolo e quale il fiore. Ad ogni modo, buon rischio!
“What’s comin’ will come and we’ll meet it when it does”, afferma Hagrid in Harry Potter e il Calice di Fuoco. Quello che sta per arrivare arriverà e noi lo affronteremo quando lo farà. Un invito semplice a ricordare che le cose vanno come devono andare, ma non per questo devono per forza travolgerci. Possiamo essere pronti ad affrontarle, se solo ci mettiamo nell’ottica di farlo. Come anche è bene ricordare che proprio perché ciò che deve arrivare arriverà, è bene focalizzarsi su ciò che è appena arrivato e richiede di essere affrontato nel presente. Insomma, un magico invito al qui e ora, con parole semplici, come sempre dovrebbe essere, ma efficaci. Un magico invito che, se seguito, come un incantesimo abbatterà ansie e preoccupazioni, aprendo la mente ad un’incredibile chiarezza.
“È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio”. Parole famose, dell’altrettanto famoso Piccolo Principe. Parole che a causa della loro fama possono risultare anche banali, ma se poi ci si sofferma un attimo l’invito a non fare di tutta l’erba un fascio, a non cadere in quegli stessi meccanismi che tanto non ci piacciono, a non farci fagocitare dal “tutti” e dall’uso comune non è banale affatto. Forse quella banalità è la scusa più grande che si usa per non ammettere che non si riesce a fare altrimenti, che non si riesce a trovare la forza di credere lo stesso in un sogno, in un amore o in un’amicizia. Che non si riesce a far fronte alla paura. Ma giugno sembra essere un buon mese, almeno per i Capricorno, per liberarsi da questo senso di banalità e continuare a dare gran significato a queste parole, non tanto per il nuovo inizio che ci attende dopo la fine, quanto per non smettere mai.
Dale Harbison Carnegie è stato uno scrittore e professore Americano che si è focalizzato molto su temi come l’automiglioramento. Autore del famoso Come smettere di preoccuparsi e iniziare a vivere, sua è l’affermazione: “l’unico modo per trarre il meglio da una discussione è evitarla”. Viviamo in un mondo dove siamo abituati a fare la guerra, ad affrontare il conflitto, a confrontare animosamente le nostre opinioni. Ma se davvero vogliamo trarre un qualche tipo di beneficio da uno scontro, l’unico modo per trarre un beneficio reale è quello di evitarlo, poiché in quanto scontro non vi può essere reale costruttività, ma solo rapporti di forza. E per gli acquario, così fortunatamente lungimiranti, sembra il consiglio più adatto per questo giugno. Sfruttate la consapevolezza che il conflitto non porta mai a nulla e che l’unico modo per “vincere” è evitarlo. Solo così potrete improntare l’esistenza su una linea di pace e confronto.
“Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per stare nei porti che son fatte le navi” recita un proverbio di non so quale cultura, ma il mondo è paese quando si tratta di queste piccole grandi verità. Non c’è modo molto più semplice d’invitarvi ad uscire dal vostro porto sicuro, cari Pesci, se non quello di ricordarvi che non siete venuti al mondo per passarci la vostra vita. Ogni tanto è bello potercisi fermare e godere della terra ferma, su questo non ci piove. Nessuno vi augura una vita passata perennemente in mare aperto. Ma tenete sempre a mente che è lì fuori che ciò che siete prende davvero vita e riesce a esprimersi al meglio. È lì che sono le opportunità di misurarvi con voi stessi e diventare più esperti. È lì che potrete entrare a contatto con la vostra vera natura e realizzare ciò per cui siete venuti al mondo.