Contro l’urbicidio si mobilita l’architettura forense

Almeno da quando Catone enuncia la parola d’ordine Carthago delenda est, l’urbicidio diventa una delle dimensioni della guerra, a ben guardare già presente nell’Iliade omerica.

di Bruno Giorgini

Radere al suolo le città fu una delle azioni praticate comunemente dai Romani per sradicare la cultura e la la comunanza civile dei nemici e/o dei popoli che volevano sottomettere. Non a caso le vestigia etrusche arrivate fino a noi sono quasi tutte cimiteriali, le famose necropoli, essendo che le città etrusche furono estirpate dalla faccia della terra. Così l’individuo di etnia etrusca viene spogliato della sua cittadinanza, della sua dignità di cittadino, della sua  appartenenza a una comune civiltà, per diventare nudo corpo, bios la nuda vita, in balia del vincitore, fatto schiavo o, a volte, cittadino di serie B della civitas romana.

Saltando le guerre ottocentesche, a loro modo quasi cavalleresche – non sempre – verso le città, persino i prussiani entrati a Parigi reprimendo la Comune assieme ai borghesi di Thiers, non distrussero l’intera Parigi, pur facendo strage dei Comunardi, anche se costruirono quel mostro che è la Basilique du Sacre Coeur, arriviamo al ventesimo secolo.

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