di Christian Elia
Il 15 maggio è stato pubblicato Skanderband, il primo album dell’omonima orchestra – laboratorio. Nata da un’idea di Michele Lobaccaro, musicista e autore dei Radiodervish (produttori con l’etichetta Radiodervish – Cosmasola), che ne cura la direzione artistica, la Skanderband rappresenta un progetto che valica le frontiere e il tempo, a cavallo del mar Adriatico.
La Puglia, il Molise, l’Albania, che si fondono e si raccontano, attraversate dalle tradizioni musicali di ieri e di oggi, tessute attorno alla trama della cultura arbereshe, portata in Italia nel ‘500 dalle popolazioni in fuga dall’espansione ottomana, che hanno conservato per secoli lingua, cultura, musica e tradizioni.
Il disco è la fine e l’inizio allo stesso tempo di un percorso di incontro, di contaminazione e di scambio. Basta scorrere l’elenco dei musicisti e degli strumenti per sentirsi trasportati in un altrove meticcio, lontano nel tempo, con alcuni brani della tradizione di isole culturali incastonate in Italia.
Al progetto hanno partecipato anche Fanfara Tirana e Ambrogio Sparagna, autore di un brano. Un progetto che, fin dall’inizio, ha voluto far interagire le due sponde dell’Adriatico e ci è riuscito benissimo.
Contenuti e temi si intrecciano, confondendosi, tra il ‘500 e la migrazione albanese in Italia negli anni Novanta, tra il rifugio offerto all’epoca e le diffidenze dell’accoglienza di oggi, restituendo un comune affresco adriatico, meticciato di lingue e culture, ricco di suoi che nascono in Turchia, attraversano i Balcani, fino a sbarcare nell’Italia dell’incontro e della condivisione.
L’elenco dei brani parte con l’antico canto siciliano “Maria de li Grazi”, interpretato dalla voce di Eleonora Bordonaro, passando per brani della tradizione arbereshe pugliese e molisana, fino al racconto delle migrazioni di ieri e della convivenza di oggi.
Il progetto Skanderband nasce nel 1998, producendo un singolo, Doli Goca, ma lavorando soprattutto al confronto e alla conoscenza reciproca di tradizioni musicali tra Italia e Albania, diventando man mano un progetto polifonico che oggi produce questo disco da non perdere.