di Giusi Affronti
Gibellina, 29 luglio 2016. A Gibellina, in provincia di Trapani, in quella parte della Sicilia che si protende verso il Maghreb, mi lega un ricordo dolciastro.
Un workshop accademico di lezioni di arte contemporanea tra il Baglio di Stefano e il Granaio della Fondazione Orestiadi: pause pranzo a base di tabulè speziato all’ombra della “Montagna di sale” di Mimmo Paladino, tra musiche, ceramiche e tappeti tipici delle culture dei popoli del mare.
A Gibellina tornerò oggi: come in un gigantesco museo a cielo aperto, nelle piazze e sulle facciate degli spazi pubblici della città (fino al 31 agosto 2016), si apre la prima edizione di Gibellina Photoroad – Festival Internazionale di Fotografia Open Air, ideato e diretto da Arianna Catania e organizzato dalla Galleria X3 di Palermo e dalla già citata Fondazione Orestiadi.
Trentatré mostre, nove spazi espositivi (difficile scegliere quale fra il Sistema delle Piazze, il Palazzo di Lorenzo e la Chiesa Madre di Quaroni sia più incantevole), oltre quaranta artisti per una superficie di millecinquecento metri quadrati di stampe fotografiche; e, nelle tre giornate inaugurali, workshop, talk, proiezioni outdoor e letture portfolio. Una programmazione fitta di eventi concepita per tutti, dagli addetti ai lavori ai bambini.
La prima edizione di Gibellina Photoroad esplora il disordine, in una città che dal caos del terremoto del Belice nel 1968 è nata, quindici chilometri più in là dalla vecchia.
Leitmotiv sviscerato del nostro tempo, puntellato da cataclismi e turbamenti, il disordine è movimento continuo capace di produrre connessioni inedite in cui fioriscono avanguardie e rivoluzioni. La rivoluzione della fotografia, in particolare, medium di scompiglio fra le arti fin dalle sue origini a metà tra documentazione, astrazione e sperimentazione, è in scena a Gibellina, habitat ideale per un festival all’aperto, pubblico e libero.
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Le mostre in programma accompagnano i visitatori in un viaggio tra le grandi questioni che disegnano la storia attuale e i meccanismi caotici della creatività contemporanea. La città di Gibellina è da sempre fonte d’ispirazione per artisti e fotografi. Una delle principali collettive sarà 1968-2016. Gibellina nello sguardo dei grandi fotografi (Baglio di Stefano, Fondazione Orestiadi), che riunisce Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Enzo Brai, Giovanni Chiaramonte, Vittorugo Contino, Guido Guidi, Arno Hammacher, Andrea Jemolo, Mimmo Jodice, Melo Minnella, Sandro Scalia, Silvio Wolf.
Dalla Sicilia il racconto del Festival si allarga al Mediterraneo e oltre: la Grecia provata dalla crisi economica e dall’austerità di Petros Efstathiadis; il viaggio dei migranti verso l’Europa in From there to here di Giulio Piscitelli; Daesung Lee che ha documentato come i cambiamenti climatici stiano causando la lenta scomparsa dell’isola indiana di Ghororama. C’è spazio anche per la Resistenza delle donne di Aleppo fotografate da Issa Touma e per Sinai Park di Andrea & Magda, che raccontano come le minacce del terrorismo abbiano causato l’abbandono dell’Egitto come meta turistica.
Tra gli altri protagonisti delle mostre di Gibellina Photoroad: Valerie Jouve, Sarker Protick, Anouk Kriuthof, Massimo Mastrorillo, Alessandro Calabrese, Rori Palazzo, Alice Grassi, Ezio Ferreri, Maria Vittoria Trovato, Danilo Torre, Emma Weislander, IDario Coletti, Milton Gendel, Turiana Ferrara, Petra Noorkampf e Urfaut.
Un progetto ambizioso che nasce da una visione, come la storia di Gibellina insegna, in un neverending processo di ricostruzione della memoria e dell’immaginario della città. La fotografia, l’arte in generale, sa essere strumento di scoperta, di valorizzazione e di sperimentazione, creativa e sociale.
L’ordine, si sa, è il piacere della ragione; il disordine, però, – sostiene Claudel – è la delizia dell’immaginazione. Ancora una volta, oggi come cinquant’anni fa.
Gibellina PhotoRoad. Festival Internazionale di Fotografia Open Air
Dal 29 luglio al 31 agosto 2016
www.gibellinaphotoroad.com