di Raffaele Masto, da Buongiorno Africa
In Mozambico continuano trattative, vendite e concessioni governative per i favolosi giacimenti offshore di gas naturale e greggio del nord del paese, nell’area di Rovuma. Quei giacimenti avrebbero dovuto sostenere e sancire la crescita economica del paese che invece è in una situazione di seria crisi economica e politica.
Ma nonostante questo le trattative continuano. Ora pare che l’italiana Eni che detiene il 50% dell’area più ricca del bacino di Rovuma voglia vendere una quota intorno al 15%.
Il potenziale acquirente in grado di garantire tempi rapidi e le somme necessarie per realizzare l’investimento è un altro colosso, la statunitense Exxon Mobil.
Di fatto trattative e aggiustamenti di proprietà procedono ma la produzione vera e propria continua ad essere lontana nel tempo e il Mozambico, che avrebbe bisogno entrate subito, langue nella sua crisi.
Non solo il petrolio mettono in difficoltà il paese, anche il carbone. La notizia è di due giorni fa ed è significativa.
Un treno della società mineraria brasiliana Vale è stato attaccato nella regione di Bencanta, nel Mozambico centrale. Non ci state vittime, solo due feriti, il conducente del treno e un vigilantes, ma il traffico sulla linea Moatize-Beira è rimasto bloccato. L’obiettivo probabilmente era proprio questo.
Il convoglio trasportava carbone dalle più grandi miniere a cielo aperto della provincia di Tete per le quali la multinazionale brasiliana ha una concessione esclusiva.
L’attacco non è il primo e le modalità non lasciano dubbi. A compierlo è stata la Renamo, Resistenza Nazionale Mozambicana, principale partito di opposizione e, durante la guerra civile, nemico del Frelimo, Fronte di Liberazione del Mozambico, che poi prese il potere.
L’attacco è avvenuto quasi un mese dopo la ripresa degli spostamenti ferroviari da parte della società brasiliana sulla linea Moatize-Beira, dopo una sospensione di due settimane a causa della situazione di insicurezza lungo la tratta, dove sono state rafforzate postazioni militari per garantire il traffico.
Insomma il Mozambico, a dispetto dei buoni uffici, non è affatto messo bene. E non da adesso.