What’s inside / micrô

Nel quartiere Stadera, alla periferia di Milano,
dieci enti non profit hanno riportato una cascina del Seicento alla sua antica funzione: luogo di aggregazione e svago accessibile a chiunque

di Laura Filios – I cani da reporter

Una bolla di verde in cui spicca un grande portico e lì sotto e tutto intorno un formicolio di persone, un via vai continuo, soprattutto nel weekend. In fondo alle colonne un puntino piccolo piccolo, una porta, un bancone, è il bar micrô, nel senso letterale del termine.

Nel quadrilatero racchiuso tra le vie Neera e Montegani, piazza Abbiategrasso e l’Alzaia Naviglio Pavese c’è un piccolo polmone che dà ossigeno al Quartiere Stadera. È il parco della Chiesa Rossa che, a volerci andare, bisogna prima sapere che c’è e dov’è, perché dall’esterno non è immediatamente visibile. Soprattutto se ci si arriva dalla fermata della metro Abbiategrasso, quella ribattezzata da ildeboscio “Cocaina Eroina”, per intendersi. Avamposto dell’estrema periferia sud di Milano, in cui blocchi di case popolari si alternano a condomini residenziali, quei 30mila mq di verde altro non sono altro che lo specchio di un incrocio di vie multiculturali e dalla variegata stratificazione sociale.

Qui convivono la biblioteca comunale, allestita nella ex stalla di una cascina lombarda del Seicento, una basilica del nono secolo, gestita da una piccola comunità di frati francescani e, da qualche mese, anche micrô.

Un bar, ma anche il progetto di 10 enti non profit* che hanno partecipato a un bando del comune di Milano. Bando che prevedeva, oltre alla conduzione dell’attività commerciale, racchiusa in pochi metri quadrati, l’impegno a realizzare sotto il grande portico in mezzo al parco, attività di interesse culturale, sociale, educativo e formativo.

Loro hanno vinto. Lo hanno fatto lanciando una sfida che punta alla sostenibilità, esulando però dai meri interessi economici. E lo hanno fatto decidendo di affiancare a tutto ciò un qualcosa in più rispetto alla miriade di locali fatti con lo stampino: quello di integrare nel gruppo di lavoro, formato da animatori sociali e educatori con esperienza nell’ambito della ristorazione, anche alcune persone con disabilità.

Gli spazi che hanno in gestione non sono stati trasformati nel marchio “cascina” o “portico”, ma riportati alla loro antica funzione: essere luoghi di aggregazione, svago e, soprattutto, accessibili a chiunque.

Così la mattina a colazione ci sono mamme con bambini e anziani che dopo aver letto il giornale in biblioteca, vanno a bersi un caffè. Nel pomeriggio il portico è popolato da bambini e studenti, mentre la sera da chiunque voglia godersi un po’ di fresco o ascoltare della buona musica dal vivo (di solito il venerdì c’è “l’aperitivo jazz”), bevendosi una birra, Beck’s o artigianale – ci sono entrambe. Perché l’accessibilità non è riferita solo allo spazio aperto, che si presta al colorato continuo via vai. Ma anche al fattore prezzo, che fa ben più selezione all’ingresso che non un muro o un cancello.

I prodotti venduti sono ottimi, senza però essere ostentatamente ricercati. Focacce, pizze e torte sono fornite da GustoLab, un panificio artigianale che fa capo a due cooperative partner del progetto micrô, Via Libera e L’Impronta e che a sua volta favorisce l’inserimento di persone con disabilità. Ma al bar si possono tranquillamente trovare anche gelati confezionati e patatine.

L’obiettivo, per i promotori dell’impresa, è chiaro: offrire un servizio di qualità realizzando contemporaneamente attività che coinvolgano direttamente i cittadini, affinché sentano sempre più proprio quello spazio.

Per ora sotto il portico sono stati organizzati per lo più battesimi e feste di compleanno. I prossimi step saranno il coinvolgimento del mondo associativo di quartiere e l’organizzazione di un mercato artigianale. L’idea è di quelle ambiziose, che, se funzionasse, potrebbe cambiare in meglio un piccolo frammento di città e società.

 

*I partner del progetto sono: Associazione L’Impronta Onlus (Capofila), Cooperativa Sociale Via Libera, Cooperativa Sociale Zero5 Laboratorio di Utopie Metropolitane, Cooperativa Sociale Piccolo Principe, Cooperativa Sociale Lo Scrigno, Associazione ALA Milano Onlus, Cooperativa Sociale I Percorsi, Consorzio SIR, Opera Cardinal Ferrari, Associazione Isola che non c’è.

 

La foto in apertura è tratta dalla pagina Facebook di micrô