Lungo le strade del tempo sospeso

Ricordando il premio Campiello 2015 possiamo dire che andò a un romanzo bello, bellissimo con cui si scava in una memoria vicina e ruvida, per ricordare, certo, ma anche per interrogarci e, infine dirci una parola su quello che siamo oggi

di Ilaria Poerio

Marco Balzano transita lungo strade come via Gorizia, dove oggi ci stanno i peruviani, gli arabi e i cinesi e ieri ci stavano i terroni. È un marinaio navigato e sa leggere la mappa complicata di questa umanità fatta di odori forti e un tempo sospeso; di luoghi che sono piazzole di fermata ma non devono rischiare di divenire zone di sosta, perché è altrove che la speranza di una vita vera sta. Dietro a finestre dove di via Gorizia non arriva l’odore e il ricordo.

Questa è letteratura, è storia, è lo strato di polvere sulle foto dei nonni, è una lacrima e un sorriso.

Ninetto Giacalone ha lo spirito affilato come le costole che gli spuntano da un torace asciugato dalla miseria. Parla un italiano stentato ma nonostante tutto gli sarebbe piaciuto diventare poeta. A San Cono, dove vive, un’acciuga su una fetta di pane gli deve bastare fino a sera ma in fin dei conti, a nove anni anche un cesso di paese come quello dov’è nato può sembrare bello.

A nove anni la sua valigia pesa del peso del sale, da scambiare all’occorrenza, e della paura, e quando il maestro Vincenzo gli dice che a Milano corre il rischio di trovare la felicità, quella parola a Ninetto sembra subito poco adatta, come un paio di pantaloni in campagna.

A Milano Ninetto che è siciliano lo chiamano Napulì, perché in città i morti di fame vengono tutti da uno stesso grande paese e tutti ammassati insieme devono stare. I palazzi li chiamano alveari perché le stanze sono anguste e brulicanti di gente ma almeno lì dentro gli abruzzesi tornano a essere abruzzesi e i siciliani, siciliani.

Anche se l’umanità è grigia e fredda come i palazzi di cemento la vita a Milano è una avventura e il sogno di benessere è ancora un balsamo sul cuore per uno che è poco più di un bambino. Ma quando a tredici anni Ninetto varca la soglia dell’Alfa Romeo, anche quel sogno assume dimensioni diverse come quando ci capita di girare la lente di ingrandimento e una cosa che sembrava grande diventa soltanto quella che è.

Balzano apre l’album di famiglia, il nostro, e stiamo tutti un po’ scomodi seduti sulla punta del divano, che come ci muoviamo fa il rumore fastidioso della plastica che non è stata mai tolta perché il salotto è quello buono e non va sciupato.

Questa storia ha l’odore della naftalina che si sente quando camminiamo al buio nei corridoi della casa della nonna e ci fa bene perché Ninetto Giacalone è l’Italia di ieri e ci fa anche male perché ci dice tanto anche su quella di oggi.

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Titolo del libro: L’ultimo arrivato
Autore: Marco Balzano
Editore: Sellerio
Data di pubblicazione: 2014
EAN 9788838932557
15,00 euro