La musica della settimana dal 10 al 16 Settembre
A cura di Gabriella Ballarini e Juri Bomparola
L’11 Settembre con gli occhi degli altri di Chicco Elia
Presento con gran piacere l’articolo di Chicco Elia, appoggiandolo sulla “Supertheory of supereverything” dei Gogol Bordello.
Il significato del brano è talmente pertinente che non ritengo di aver bisogno di dilungarmi in spiegazioni accessorie.
Ognuno ha sicuramente la propria chiave di lettura, nascosta nella tasca anche più recondita del proprio essere.
Non sarò io a indicarvela, questa volta.
Leggete l’articolo e ascoltate il Gogol Bordello-pensiero. Fondetelo con le parole di Chicco e forgiate la vostra chiave, se già non ne possedete una.
Buona schiusa, se schiuderete.
Lungo le strade del tempo sospeso di Ilaria Poerio
Non ho letto il libro vincitore del Premio Campiello 2015, lo ammetto. Provvederò quanto prima a colmare la lacuna.
Scoprire il succo offerto da Marco Balzano nel suo “L’ultimo arrivato”, attraverso le parole di Ilaria Poerio, è stata per me una porta d’accesso per memorie a me vicinissime.
Questa storia appena accennata mi ricorda quella di mio padre.
Mio padre è stato Ninetto, come molti altri insieme a lui.
Per questo mi è venuto spontaneo proporre una cornice musicale che più adatta non potrebbe esserci.
“… E semm Partii” del mio conterraneo Davide Van De Sfroos.
Per non trascurare le radici.
Una canzone malinconica che parla di altre migrazioni, precedenti e forse più drammatiche.
O forse no, non sono in grado di valutare le differenze emotive come probabilmente non potrete farlo voi.
Questa ballata dell’emigrante è quanto mai attuale, e pur cantata in dialetto è universale.
La strofa è in lingua italiana, comprensibile a tutti.
Il ritornello è in dialetto “laghéé”, ossia del Lago di Como, che in certi idiomi e termini differisce parecchio non solo dal dialetto milanees, ma anche da quello de Comm.
Mi si perdoni la distorsione vernacolare, ma il collegamento per me è stato il più naturale possibile.
Godetevi il brano, l’articolo di Ilaria e, se ancora non l’avete fatto, “L’ultimo arrivato” di Marco Balzani.
Io lo farò.
“L’onda di ieri porta l’onda di oggi. L’occhio del vecchio era l’occhio di un ragazzino”.
Chissà se saremo simpatici alla “Libertà”, si chiedevano i nostri nonni e padri.
Se lo chiedono molti altri nostri contemporanei.
Il dilemma vale per tutti, sempre.
Buon ascolto e buone riflessioni.
Cronache dall’aspettatoio di Alice Facchini
Alice Facchini gioca su questa parola che mi ha sempre messa a dura prova, nella vita intendo, la vita di ogni giorno, la vita delle attese, la vita di quando devi aspettare. Aspettatoio, questa parola, non l’avevo proprio mai immaginata.
Ho pensato alle persone come alle stelle, ai mari di sabbia e spuma che a volte ingoiano senza digerire, né restituire.
Le stelle stanno ad aspettare
Sulle rive del loro mare.
Aspettare chi? Aspettare cosa?
Le stelle stanno ad aspettare
Andiamole a cercare.
La maledizione della crescita di Bruno Giorgini
Le analisi di Bruno Giorgini io me le devo rileggere sempre due volte, perché io proprio non ce la posso fare a capire, le sue parole sono sempre pietre appuntite e allora alla seconda lettura, provo a cercare la musica giusta e sembra che la musica giusta non mi arrivi mai e questa volta ho chiamato in causa Luigi Tenco con quella canzone la cui frase centrale è: NOI RISPONDEREMO NO.
E riprendo solo un passaggio dell’articolo, questo: “Una società può progredire in complessità, cioè in libertà, autonomia , comunità soltanto se progredisce in solidarietà.”
War on terror di Francesco Vignarca
Vorrei che questo momento durasse per sempre.
Leggo la riflessione di Francesco Vignarca e la necessità di interrogarsi su come dovrebbero cambiare le strategie, di come un fatto muti per sempre il destino di interi popoli e la distruzione.
E così mi sento come in un infinito settembre dal 2001 ad oggi, 15 anni di settembre. Un settembre che si ripete come fossimo un minuto prima delle torri per pensare a cosa fare un minuto dopo.
Svegliami, quando finisce settembre.
Il megafono di Abdesselem el Danaf di Angelo Miotto
Non aggiungerò nulla alle parole di Angelo Miotto.
L’uomo col megafono, parlava, parlava, parlava
L’uomo col megafono, parole di lotta
Compagni, amici, uniamo, le voci.
La matita di Enrico Natoli
Un muro che sale verso l’alto.
Distant sky.