di Angelo Miotto
@angelomiotto
«Continuerò a lottare affinché le ragazze crescano,
diventino donne senza che vengano violati i loro diritti.
Tutte le ragazze africane devono diventare donne
e poter sognare. Sono sicura che tutto ciò sia possibile.”
Nice Nailantei Leng’ete
“Vogliamo realizzare un serial storytelling in 7 episodi, cioè una serie webtv che racconti la storia di Nice, di Grace, Wangare, Jamimah, Kate, Abigael e Loisaleah. Vogliamo raccontare le storie di queste sette bambine e ragazze che in varie parti dell’Africa hanno spezzato la catena della tradizione delle mutilazioni genitali femminili, del controllo maschile sul corpo e sulla vita delle donne/ bambine. Dalle bambine masai, alle bambine di strada di Nairobi, alle bambine in guerra e quelle che subiscono altre forme di violenza o privazione del futuro”.
Inizia così il racconto di una avventura politica, giornalistica, multimediale firmata da un gruppo di africanisti, affiatati e amici per la loro grande passione africana e capaci di raccontare, da anni, tanti aspetti e storie di un continente immenso e immensamente depredato.
Si sono chiamati Hic Sunt Leones; sono Francesco Cavalli, Luciano Scalettari, Alessandro Rocca, Davide Demichelis, Raffaele Masto, Angelo Ferrari, Roberto Cavalieri.
L’idea e il crowdfunding collegato sono disponibili sul loro sito, sul sito di Produzioni dal basso, sulla pagina facebook. Abbiamo ricostruito il percorso di questa avventura con Alessandro Rocca.
Alessandro, come nasce Hic Sunt Leones? Siete amici e amate l’Africa, ma l’idea di collaborare su un progetto specifico da che storia nasce?
Hic sunt leones nasce un po’ per scherzo durante un pranzo di qualche anno fa. Ci siamo detti: ma perchè non uniamo le forze, e non troviamo una spazio comune dove raccontare le cose che facciamo? La risposta più semplice è stata creare il profilo su facebook, ovviamente. Così per un po’ di tempo siamo andati avanti a condividere gli articoli, le presentazioni, le trasmissioni tv e radio, i comunicati che ciascuno di noi produceva sull’Africa e per l’Africa. Poi questo non ci è più bastato. Grazie ad Angelo Ferrari, che ora è diventato il presidente della nostra neonata associazione Hic Sunt Leones, grazie appunto a lui, che aveva seguito la storia di Nice, abbiamo deciso di misurarci su un grande progetto, tutti insieme, ciascuno con le sue peculiarità.
Ci siamo conosciuti in Africa e scrivendo d’Africa. Da anni raccontiamo guerre, miseria, carestie, situazioni che si ripetono sistematicamente, come se la storia fosse un destino ineluttabile. Una storia fatta di potenti e piccoli padroni, dove l’umanità è esclusa, lasciata ai margini e che si organizza nel silenzio. Siamo stanchi di raccontare ciò che non cambia, perché una bambina o una donna, in quei racconti non fa la differenza.
Siamo nella fase del crowdfunding: come organizzerete la produzione per sette puntate e come saranno i formati che avete immaginato?
Il crowdfounding nasce per finanziare la serie, che sarà una web serie, quindi usufruibile sulle varie piattaforme e sui social, e saranno, come richiede la rete non troppo lunghe, ma nemmeno troppo brevi per darci la possibilità di sviluppare le storie. Abbiamo già realizzato tre trasferte, durante le quali abbiamo raccolto materiale video, fotografico e audio. Altre trasferte africane ci aspettano!
Come avete scelto le sette storie?
Sono storie che abbiamo incrociato durante i nostri viaggi. Grazie anche all’appoggio di alcune organizzazione non governative che stanno sostenendo il nostro progetto e lavorano da anni proprio sui diritti delle bambine e delle ragazze, come www.amaniforafrica.it/, https//www.amref.it/, http://www.mlfm.it/ e la http://www.fondazionezanetti-onlus.org/ di Treviso che per prima ha creduto nel nostro progetto.
Il progetto è polimediale, quindi avrà anche altre destinazioni?
Sì, ormai se non si parla di crossmediale, social, o appunto polimediale, sembra non si riesca ad andare da nessuna parte. Il progetto prevede molte altre declinazioni, una mostra fotografica, un libro, un film- documentario, chissà forse una app, presentazioni pubbliche. La nostra ambizione è che finalmente si cominci a parlare di queste ragazze e queste bambine che sono in molti casi il fulcro della società africana, e hanno voglia di cambiamento, di tornare ad essere protagoniste dei loro diritti.
Affrontateil tema delle ragazze/donne in Africa: come sono le reazioni là dove volete costruire le storie, quando raccontate di questo progetto?
Per fortuna, fino ad ora non abbiamo incontrato resistenze, anzi, come dicevo c’è molta voglia di raccontare, grazie anche alle molte organizzazioni che stanno lavorando da anni fianco a fianco con le comunità locali. E anche grazie a figure come quella di Nice, che ha saputo opporsi, quando era poco più che una ragazzina, alle mutilazioni genitali, diventando un simbolo per centinai se non migliaia di ragazze. Ma la strada è molto lunga.
L’Africa resta sempre e comunque un buco nero dell’informazione italiana o stanno cambiando le cose?
C’è sempre poco interesse. Se pensiamo alle molte guerre striscianti di cui non si parla, alle molte regioni in crisi, penso al Sud Sudan, ai Monti Nuba, alla Repubblica Centrafricana, alla zona dei grandi laghi tra Congo, Rwanda e Uganda. Per non parlare delle recenti stragi in Etiopia, o la ultra ventennale guerra in Somalia, o ancora la dittatura in Eritrea. Se proviamo ad andare a cercare anche solo una di queste crisi sui nostri media, posso dire che da quando faccio questo mestiere sia cambiato ben poco, purtroppo. Noi vogliamo parlarne, continueremo a farlo e vogliamo farlo attraverso le donne, le ragazze, le bambine. Dar voce a loro per dar voce all’Africa.
Venerdì 28 ottobre, alle ore 18, nella sede Movimento Lotta Fame nel Mondo, in via Cavour 73 a Lodi, si terrà la presentazione del progetto #dallapartedinice con Nice Nailantei Leng’ete, con:
– Antonio Colombi presidente MLFM
– Andrea Ferrari presidente coordinamento Enti Locali per la pace e i diritti umani
– Luciano Scalettari Hic Sunt Leones
– Raffaele Masto Hic Sunt Leones
– Guglielmo Micucci direttore di Amerf Italia