La settimana, in musica

Musica della settimana dal 13 al 18 Novembre

A cura di Gabriella Ballarini e Juri Bomparola

Connection house di Veronica Fernandes

Gianluca Castaldi e Vincenzo Cavallo, attraverso le parole di Stefano Scognamiglio (protagonista della web-serie “Connection House”), dichiarano di non aver mai avuto l’intenzione di utilizzare lo stile e le atmosfere cupe di “Gomorra – La serie”.
Coerenti con questa volontà si sono prodigati nella produzione di una serie per il web 2.0, utilizzando l’ironia e facendo leva sul lato divertente, laddove non proprio comico, del dramma raccontato.
Tuttavia non riesco a ignorare le premesse e il teatro: malavita, immigrati sull’orlo della disperazione e Castel Volturno sono parti integranti dell’opera creata.
È messa in scena, ma tremendamente vera.
Per questo opto per una colonna sonora che si lega a “Gomorra”, serie che nemmeno troppo velatamente in un episodio cita la strage del 2008, avvenuta proprio a Castel Volturno.
Romanzata e sceneggiata ad hoc nella più famosa e fortunata serie TV nazionale, ma senza dubbio evocativa.
Veronica Fernandes spiega tutto nell’articolo, lasciandoci la curiosità pruriginosa che porta inevitabilmente a cliccare “play” su quel canale di Youtube.
Il brano è titolato “Doomed to live”, creato dai Mokadelic.
La vita diventa condanna, ma c’è chi la racconta facendo riflettere e sorridere.
Forse per capire meglio.
Nessun testo, solo musica per immergersi.
Consiglio a tutti di tuffarsi fino in fondo in “Connection house”, io sono già sul trampolino.

Place de Stalingrad di Monica Cillerai e Stefano Lorusso

Come Calais, Parigi.
Il problema esiste ed è tangibile, ma non è certamente solo di natura politica o economica.
Il dramma è umano e diventa sempre più lancinante quando viene a mancare l’immedesimazione col prossimo.
Non si tratta solo di numeri, di Euro, di leggi da applicare.
Ci sono il freddo, la paura, lo spaesamento.
Oltre tutti questi muri, gli Uomini.
Amelie ha traslocato, Parigi non è più un favoloso mondo.
Senza parole, solo musica.
Come nella precedente presentazione. Perché io, in questa tappa, non voglio far sentire altro che atmosfera.
Place de Stalingrad.

Rivoluzioni violate di Paola Rivetti

Più canzoni contro la guerra ascolto, e più mi viene voglia di mettere a palla un tango di libertà, quello che abbiamo ascoltato tutti così tante volte.
Un Libertango.

Una tegola per Trum dalla corte penale internazionale di Emanuele Giordana

Leggo questo pezzo di Emanuele Giordana e non ho niente che mi gira in testa, come se l’unica cosa da dire fosse che sono stanca e ballo nell’oscurità.

Arcipelago jihad di Christian Elia

Il direttore Christian Elia ci racconta di questo libro di Battiston. Con la solita precisione, i fili che lui vede li vediamo anche noi leggendo le sue parole. In una mano un libro, nell’altra mano una bomba o anche no.
È un libro, questo, che che riesce a ricostruire – con una mirabile pazienza – una galassia frammentata di indizi, ci fa giustamente notare il direttore e allora non banalizziamo e ritroviamo il tempo che ci hanno rubato, posiamo la bomba ed entriamo in questo libro.

Caracas di Alessandra Governa

Farsi prendere per mano da Alessandra Governa è sempre piacevole. Poi ho trovato questa canzone sconosciuta, si intitola Camminando per Caracas. E ancora meglio posso immaginare quei luoghi che Alessandra ha sbirciato, quello strappo che in queste note non si sente, ma che nell’articolo si respira, quel divieto che tra le note, sembra inesistente. Ma quelli erano gli anni sessanta, l’orologio dice che oggi siamo nel 2016.

Mira que color, Caracas 

que calor en tus mujeres, Caracas 

que ritmo tienen tus calles y valles 

que se mueven, que se mueven… asi.

La matita di Enrico Natoli

e invece niente.