Torino come Sundance. Forse suona un po’ forte, ma la 34esima edizione del Torino film festival (http://www.torinofilmfest. org/) si é aperta con la madrina rock (come lei stessa si é definita) Jasmine Trinca, attrice pluripremiata per le sue interpretazioni.
di Alessandro Rocca
Torino come Sundance, dove il cinema indipendente, quello delle storie prima di tutto forse ha trovato casa definitivamente. Il film di apertura, Between us di Rafael Palacio Illingworth é una storia di coppia, affrontata e raccontata con approccio e temi contemporanei. Un racconto che scorre, grazie alla bravura degli attori e al lavoro di scrittura degli sceneggiatori.
“Volevo che i personaggi fossero umani. Ho dedicato grande parte del lavoro a renderli con tutti i difetti. Ho voluto uscire dagli stereotipi. Entrambi dovevano sembrare buoni e cattivi allo stesso tempo. Non necessariamente la donna che viene tradita e l’uomo che tradisce”.
Sono le parole del regista, che aggiunge: “Un film indipendente avviene al di fuori delle major. Hai maggiore libertà narrativa. Sono molte storie che il pubblico ha voglia di vedere.
Non é difficile fare un film indipendente. Se non ti piace la vita del regista allora non farla. Non credo alle lamentazioni che dicono che fare un film assorbe tutta la propria vita. Anzi bisogna essere grati. Avere il privilegio di scrivere una storia nel privato della propria casa e 4 anni dopo presentarla e parlarne davanti a un pubblico é si, un privilegio”.
Storie appunto. Che escono prepotentemente anche nel film Sully, di Clint Eastwood, che ancora una volta racconta una storia americana. Quella del pilota Chesley “Sully” Sullenberger, che il 14 gennaio del 2009, dopo aver perso, tutti e due i motori del suo boing, dopo un crash con uno stormo di uccelli, decise insieme al suo primo ufficiale, in 208 secondi, di fare un atterraggio di emergenza nel fiume Hudson, salvando tutti e 155 tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Traspare forte la volontà del protagonista, interpretato da Tom Hanks, di dare forza al fattore umano, alla capacità di decidere e di prendersi delle responsabilità, in un’epoca dove tutto é governato dai numeri, le macchine e gli algoritmi.
Ma il Festival é molto altro. Come la partecipazione del guest director di questa edizione Gabriele Salvatores, che presenterà nel corso della settimana i cinque film che gli hanno impedito di diventare avvocato e scegliere un’altra strada. Tra i titoli, capolavori come Jules et Jim di François Truffaut, Blow-Up di Michelangelo Antonioni e If…. di Lindsay Anderson, ma anche film come Alice’s Restaurant di Arthur Penn e Fragole e sangue di Stuart Hagmann.