Lider Maximo

Con la scomparsa di Fidel Castro si chiude definitivamente la Guerra Fredda. E questo perché il Comandante era l’unico autorevole protagonista in vita di uno scontro ideologico, economico e politico su scala mondiale dei due blocchi che si contendevano la conquista dell’egemonia.

di Alfredo Somoza

Cuba, una piccola isola caraibica, è stata tra le nazioni protagoniste della politica della seconda metà del ‘900 per il peso che la Rivoluzione di Fidel e di Che Guevara ebbe sull’America Latina e su tutto il mondo, ma anche per la sua vicinanza geografica al gigante statunitense.

Castro è stato l’uomo al mondo più bersagliato dalla CIA che tentò in tutti i modi di eliminarlo fisicamente e la sua Cuba fu la zanzara fastidiosa che punzecchiò l’impero dall’interno del suo cortile di casa. Il prezzo per questo protagonismo cubano fu l’alleanza di ferro con l’Unione Sovietica che l’avvocato liberal-democratico Fidel dovette accettare, ma sempre alla cubana. Permettendo ad esempio che continuasse a funzionare regolarmente la Chiesa cattolica, la santeria afrocubana e la massoneria. L’ideologia di Fidel è sempre stata infatti più nazionalista-martiniana, cioè ispirata alle idee del poeta-patriotta José Martì che combatté contro gli spagnoli alla fine dell’800, che marxista-leninista.

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Fidel è stato soprattutto implacabile nel gestire il potere impedendo l’emergere di altre figure che potessero fare ombra al suo ruolo di guida. Nella sua Cuba, il dissenso e la libertà di stampa sono state represse non in nome dell’ortodossia politica, ma perché Cuba, grazie all’embargo e alle aggressioni di Washington, si è sempre considerato un paese in guerra.

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La transizione già in corso è complessa e travagliata, Cuba era poco preparata a camminare senza la guida di un leader, soprattutto perché Fidel, quando crollò il mondo sovietico, ha rinviato le riforme in grado di preparare un atterraggio dolce per l’isola. Ora Castro non c’è più, Cuba rimane un paese colto, con buoni medici e insegnanti, con incredibili artisti e musicisti, con una grande sete di aperture e di rinnovamento. Anche gli Stati Uniti, quelli di Obama, hanno dovuto ripensarci e non vogliono più fare a meno dei rapporti con l’Isola.

La Cuba della Revoluciòn probabilmente finisce qui, il sogno di Fidel, del Che e dei loro barbudos viene consegnato alla Storia come una pagina imprescindibile del ‘900.

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