Su #Instagram @qcodemag
di Leonardo Brogioni
Dopo la commovente commemorazione degli attentati di Parigi che Lillo Rizzo ci ha regalato la scorsa settimana nel takeover #ParisCommemoration, un altro fotografo italiano residente a Parigi è protagonista del prossimo #cliQtakeover e gestirà l’account Instagram @qcodemag fino a sabato 3 dicembre: è Simone Perolari @simoneperolari che ci propone una riflessione su vip, fans e celebrities.
Simone Perolari nasce a Biella nel ’76. Nel 2001 incomincia un progetto fotografico dal titolo “Come in uno specchio”, poi modificato in “About us”, realizzando ritratti ambientati dei più importanti professionisti dell’immagine italiana e straniera. Nel 2003 diventa fotografo freelance. Dal 2005 collabora con Amnesty International e MSF Italia. Per Amnesty pubblica “Lampedusa: ingresso vietato” e “Invisibili”, con quest’ultimo lavoro Amnesty realizza una campagna pubblicitaria sui bambini che arrivano come immigrati e poi scompaiono, uscita in Italia e in Belgio. Nel febbraio 2006 realizza un lavoro per la Regione Piemonte sui XX Giochi Olimpici Invernali di Torino ed inizia a interessarsi al backstage di eventi sportivi. Dal 2007 si trasferisce a Parigi dove attualmente vive. Inizia a ritrarre personalità per i magazine e le aziende. Suoi ritratti e reportage vengono spesso pubblicati sulle più importanti riviste italiane e straniere. Il suo archivio è distribuito da LUZ.
Simone, perchè usi Instagram
Instagram è una nuova forma di comunicazione che ritengo essenziale per un fotografo moderno. Oltretutto – per me – è anche un modo di fare street photography, o veloce documentazione, che avevo un po’ perso. Sì, porto sempre con me la macchina fotografica, ma le immagini di streetphotography – come si suol dire – le mettevo quasi tutte in un cassetto (in realtà un archivio digitale), invece così facendo ogni tanto diventa carino pubblicare qualcosa che altrimenti andrebbe perso. Il problema è che ormai viene pubblicato di tutto e fare una selezione tra cose buone e meno buone diventa difficile.
Cosa vedremo in questa settimana di takeover?
Questa settimana durante il cliQtakeover su @qcodemag mostrerò un lavoro inedito, una ricerca personale attorno agli sportivi e ai fans che li seguono.
Il titolo del mio lavoro é “Divismo” perchè i personaggi che ho ripreso sono divinizzati dai supporter, idolatrati e ammirati, fino ad arrivare all’esagerazione.
Il mio é un work in progress che ho iniziato più o meno 5 anni fa. Ogni tanto aggiungo una foto, ma senza la smania di correre dietro a queste star: il progetto, infatti, è nato a margine della documentazione di eventi che realizzo per magazine o aziende: dalla moto Gp, ai campionati del mondo di rugby, dall’ATP di tennis fino ai meeting di atletica, dal Tour de France al Superbowl.
La Star è vista come la “divinizzazione” di un individuo. Ed è il Fan a renderla tale. Il Fan è ormai un fenomeno sociale. Ormai in tutti gli sport ci sono divi, o meglio, i fans che divinizzano alcuni personaggi. Questi ultimi ormai sono divenute icone incontraste: per i supporter, per gli sponsor e per i media. “Divismo” vuole essere un omaggio a queste persone che sostengono e seguono i loro idoli ovunque nel mondo, spendendo moltissimi soldi pur di vederli o meglio ancora per avere un autografo o una loro foto, magari scattata al volo col telefonino. Il passaggio tra la folla di fans con i buttafuori che li proteggono, la corsa agli autografi, i flash ed i telefoni che li riprendono, sono momenti di esibizione di potere da parte di questi idoli e di ammirazione da parte della gente comune. Bolt, Nadal, Federer, Valentino Rossi, Nibali, Froome, Pirlo, Ibraimovic sono solo alcuni di questi nomi, che per i propri fans sono saliti sull’Olimpo degli Dei.