Finisce il dominio di Yahya Jammeh, dopo più di venti anni, e pare accettare la sconfitta
di Raffaele Masto, dal suo blog Buongiorno Africa
foto @Marco Longari
Non ci credeva nessuno e invece è accaduto. Nelle elezioni presidenziali in Gambia. Yahya Jammeh ha perso e, almeno stando alle prime dichiarazioni, ha accettato la sconfitta.
Questo piccolo paese dunque si libera di un personaggio inquietante e pericoloso che è stato al potere per ben 22 anni.
A vincere è stato Adama Barrow, un imprenditore di 51 anni sostenuto dai principali partiti di opposizione. Ha ottenuto oltre il 45 percento dei consensi contro il 36 percento circa del presidente uscente.
Quest’ultimo, fino alla fine, ha represso e incarcerato i membri del Partito Democratico Unito del suo oppositore che però ha potuto contare su un forte sostegno della popolazione e, dal punto di vista economico, dei gambiani all’estero.
In un paese del tutto inaspettato è dunque accaduto un evento che va del tutto controcorrente a ciò che accade in buona parte dell’Africa dove i dittatori occupano il potere da decenni, fanno le elezioni e puntualmente le vincono e se non possono presentarsi candidati per via della costituzione, cambiano i dettami della principale legge dello stato.
Ora Yahya Jammeh ha ancora due mesi di potere e poi dovrà lasciare la carica a Adama Barrow. In molti temono che in questo arco di tempo escogiti qualcosa per non rispettare il voto popolare.
Ma ogni giorno che passa perde appoggi e alleati che lo potrebbero sostenere in un progetto del genere. La sua sconfitta, infatti, è stata salutata dalla gioia anche di molti alti gradi dell’esercito. Insomma Yahya Jammeh era diventato ormai un personaggio ingombrante, eccessivo anche per un piccolo paese come il Gambia.