Nel nome di Giangiacomo Feltrinelli

Al teatro Out Off di Milano va in scena, fino al 23 dicembre, L’Editore, pièce tratta dall’omonimo romanzo di Nanni Balestrini: una riflessione sugli anni di lotta all’indomani della tragica morte del fondatore della storica casa editrice milanese

di Antonio Marafioti

Il teatro Out Off continua a celebrare i suoi quarant’anni di vita guardandosi alle spalle e riscoprendo momenti importanti del suo passato. Questa volta lo fa con L’Editore adattamento teatrale dell’omonimo romanzo del 1989 di Nanni Balestrini, amico dell’Out Off, poeta e memoria storica delle rivolte sociali degli anni Settanta.

Al centro della pièce, adattata per il teatro dallo stesso Balestrini e dal regista Lorenzo Loris, c’è la misteriosa scomparsa di Giangiacomo Feltrinelli, editore, attivista, ex partigiano, il cui corpo fu ritrovato privo di vita ai piedi di un traliccio dell’Enel nel comune di Segrate il 14 marzo 1972. L’eccellenza del personaggio insieme alla violenza che accompagnò la sua morte, rappresentarono per Balestrini un’occasione di riflessione sulla figura dell’editore, a quasi vent’anni dalla sua morte, nelle dinamiche del conflitto politico e sociale sviluppatosi tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del Novecento.
Il romanzo storico-politico di Balestrini racconta dell’incontro fra alcuni amici di Feltrinelli: un giovane regista, un professore universitario, un libraio e una giornalista. Tutti riuniti intorno a una discussione sui due giorni che accompagnarono quei fatti del ’72, e tutti legati dalla promessa di raccontare quella storia in un film. Tutti alla ricerca, infine, di una risposta sul reale valore politico degli “anni che videro l’estrema sinistra di allora frantumarsi in vari gruppi e decentralizzare l’idea originaria di rivoluzione in varie autonomie di pensiero politico”.

La pièce diretta da Loris, in scena fino al 23 dicembre con repliche a febbraio e giugno 2017, riprende l’idea originaria, mischiando le carte in scena e affidando la riproposizione delle argomentazioni di Balestrini a un gruppo di sei giovani attori dell’Associazione teatrale “I Gordi”, tutti provenienti dalla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi.

La scelta è convincente perché alleggerisce, nei 75 minuti di spettacolo, la trama di un tema complesso senza mai cadere nell’errore di semplificarne l’originaria portata. I sei interpreti rivivono con le inquietudini, i dubbi e il fervore politico che caratterizzò le giovani generazioni protagoniste del Sessantotto. La morte di Feltrinelli, il cui nome non viene mai pronunciato in scena, disorienta le vite di molti tanto a livello pubblico quanto a quello privato. C’è la coppia messa crisi dalla notizia, la giornalista politica innamorata di un leaderino di partito del quale non condivide le idee, l’ex partigiano sconfortato dall’ennesimo colpo al sogno rivoluzionario, il regista che cerca di tracciare dal di qua del palco una sorta di profilo narrativo di quella crisi generazionale. Il copione è metateatrale: gli attori escono più volte dai loro personaggi per dare forma al resoconto di una morte, e delle sue conseguenze politiche, partendo proprio dall’autopsia sul corpo della vittima, recitata coralmente intorno a un tavolo di legno. La “promessa cinematografica” della versione originale del romanzo viene accantonata a vantaggio di una dimensione teatrale in cui gli attori riescono a rendere omaggio alla prosa di Balestrini grazie a una recitazione di buona intensità ritmica.

Ne nascono momenti di vita vissuta in cui ai sentimenti personali dell’autoriflessione politica si alterna, quasi intrecciandosi, il tentativo di ricostruzione storiografica delle ultime ore di Feltrinelli.

In scena entra di tutto: dalle cronache giornalistiche del tempo, ai canti popolari di sinistra, fino alle note di Pugni Chiusi, il brano dei Ribelli del 1967 scelto per ricordare l’ultimo saluto di Milano a Feltrinelli.
La ragione di portare in scena questo spettacolo – ha scritto Lorenzo Loris da trent’anni il regista stabile del teatro di via Mac Mahon- “è dovuta, in parte al fatto che lo stesso Nanni mi ha proposto di mettere in scena il suo testo, ma anche alla volontà di creare un ponte tra la realtà dell’Out Off di oggi e la sua storia originaria; quella dei primissimi anni. Infatti nel ’78 nella cantina di viale Monte Santo 8 veniva rappresentata la performance “Le avventure della signorina Richmond”, a cui parteciparono Demetrio Stratos, Valeria Magli e Nanni Balestrini”.

“L’EDITORE” dal romanzo di Nanni Balestrini
adattamento Nanni Balestrini e Lorenzo Loris,
regia Lorenzo Loris
Con Daniele Cavone Felicioni (leaderino), Giovanni Longhin (ex partigiano), Andrea Panigatti (regista), Camilla Pistorello (giornalista), Emilia Scarpati Fanetti (lei), Matteo Vitanza (lui) Scena Daniela Gardinazzi, costumi Nicoletta Ceccolini, luci Alessandro Tinelli, musiche Simone Spreafico, elaborazioni video Lorenzo Fassina, collaborazione ai movimenti Barbara Geiger. Repliche fino a venerdì 23.
Teatro Out Off, via Mac Mahon 16, Milano
www.teatrooutoff.it