Meglio di un romanzo: isole di silenzio

Il progetto di giornalismo narrativo

tratto da FestivaLetteratura

Come raccontare luoghi di solitudine lontani dal caos, spazi di raccoglimento che continuano a essere teatro di scelte radicali, per molti versi in controtendenza rispetto alla frenesia e alla distrazione di massa del nostro tempo? Isole di silenzio di Melissa Magnani è il lavoro scelto lo scorso settembre dalle “giurie” dei pitching di Meglio di un romanzo, il progetto pensato da Festivaletteratura per promuovere tra i più giovani il giornalismo narrativo e organizzato in collaborazione con LUISS Writing Summer School.

Da questa settimana, il reportage verrà pubblicato a puntate sul sito del Festival per avvicinarci a uno dei temi che saranno al centro della prossima edizione di Meglio di un romanzo. Si tratta di un lavoro di documentazione minuzioso e sfaccettato, che si articola in una serie di testi, fotografie, testimonianze audio, e che si concentra, come ci spiega l’autrice in questa breve presentazione, su «esperienze marginali, spesso sconosciute, capaci di dare una nuova luce al nostro tempo».

ISOLE DI SILENZIO [di Melissa Magnani]

Esistono isole senza mare. Sono isole di pietra, fango e cemento, tra le montagne o le pianure. Per raggiungerle, niente remi o barche, ma passi, ciottoli, salite. Sono isole sconosciute, non hanno nome sulle mappe, né coordinate di meridiani e paralleli. Sono isole più vicine al cielo che al fondale. Sono pezzi di mondo incontaminati. Sono terre abitate dal silenzio. Sono dimore solitarie, dove tutto tace.

Sono isole di silenzio.

Sono spazi di quiete, popolati da uomini che hanno abbandonato ogni cosa. Uomini come fari. La loro luce è fatta di solitudine, talvolta di preghiera, talvolta di poesia, in un ritorno continuo all’essenziale. Vivono frugali, lontani dai rumori, immersi in acque di silenzio.

La loro voce s’amalgama al silenzio, s’innalza al cielo, restituisce senso e significato alle parole quotidiane. Parole come pane, come erba, come notte. Nel silenzio, le parole più semplici divengono sacre. Si fanno dense, calde, piene. Tornano all’origine dell’alfabeto, come nuove, appena nate, pure, nude.

Oggi, in un tempo così frenetico e rumoroso, l’uomo ha sete delle parole di chi vive il silenzio. Un silenzio che diviene per ciascuno chiave d’accesso ad un sé più profondo, alla ricerca di un linguaggio antico, alla scoperta delle parole dell’anima.

Isole di silenzio è un reportage narrativo che segue le tracce di presenze solitarie e nascoste, esperienze marginali, spesso sconosciute, capaci di dare una nuova luce al nostro tempo. Isole di silenzio racconta storie di uomini e donne che hanno fatto scelte radicali, con un ritorno all’essenziale, ad un vivere sobrio, ad un rapporto semplice e puro con la parola. Isole di silenzio raggiunge monasteri di clausura, atelier immersi nella nebbia, stalle, sagrestie abbandonate, eremi e bivacchi. Narra il silenzio.

Meglio di un romanzo rientra nelle azioni del progetto Diciotto+, realizzato con il sostegno di Fondazione Cariplo.