150 Milligrammi

Di Emmanuelle Bercot, con Sidse Babett Knudsen e Benoit Magimel. Nelle sale.

di Irene Merli

Irene Franchon, una pneumologa in servizio all’ospedale universitario di Brest, nel 2006 inizia a constatare un collegamento tra i problemi cardiaci di numerosi pazienti e l’utilizzo del Mediator, un farmaco per il diabete che viene prescritto soprattutto per gli effetti dimagranti.

Nel seguire i suoi malati scopre, infatti, che la sostanza in questione può alterare in modo anomalo le valvole cardiache, fino a condurre anche alla morte, in parecchi casi. I suoi sospetti la portano a indagare in modo più approfondito e a costituire  un’equipe di esperti che possano aiutarla a confermare la sua tesi davanti alle autorità competenti. La determinatissima dottoressa ne è convinta: il farmaco va ritirato dal mercato.

È qui che inizia una lotta impari, senza quartiere, tra Irene Franchon e la casa farmaceutica che produce il Mediator, un colosso francese di proprietà di un amico intimo di Nicolas Sarkozy.

Non solo. La pneumologa di Brest dovrà vedersela anche con lo scetticismo di molti colleghi della comunità scientifica e accademica, increduli o addirittura legati all’azienda produttrice del Mediator, che pur di bloccarla minacceranno persino di farla radiare dall’albo.

Emmanuelle Bercot, che aveva già diretto l’ottimo “A testa alta” e co-sceneggiato lo straziante “Polisse”, con questo film conferma di essere una regista che abbraccia totalmente i suoi personaggi, annullando ogni distacco, per riversare la propria empatia su di loro.

In “150 milligrammi” racconta con il piglio del cinema di impegno civile la strenua battaglia di questo medico che negli anni ha affrontato ogni genere di ostacolo contro i poteri forti, sorretta da una fede profonda nel giuramento di Ippocrate e da una vitalità a dir poco straripante. Per farlo, Bercot  ha girato nei luoghi dove la vicenda è avvenuta e tallona la  protagonista in ogni fase della sua ricerca, nel tempo sempre più simile a un’indagine investigativa,  cosi come nella sua vita privata di moglie, madre, amica.

Risultato? “150 milligrammi” ha un ritmo e un’energia notevoli, si svolge come una sorta di thriller senza una sola flessione in oltre due ore di visione, e ci mostra un personaggio straordinario in modo vivo, palpitante, autentico, inevitabili tracolli compresi.

Alla fine del film quasi quasi ci sembra di conoscere davvero questa donna dall’enorme forza e dalla lingua tagliente. E il merito è anche di Sisdi Babett Knudsen, attrice danese trapiantata in Francia, che si rivela un’interprete magnifica, luminosa, dotata di una vivacità e di un carisma assolutamente trascinanti.

Emmanuelle Bercot firma quindi un docu-drama  che smaschera la disumanità di un sistema economico e politico pronto a fare profitti a sei zeri anche sulla pelle dei pazienti. E senza dare finali consolatori (la battaglia della Franchon continua ancora oggi, anche dopo il ritiro del Mediator),  ci spinge a riflettere su alcuni inquietanti legami tra mondo scientifico e industrie farmaceutiche. In Francia come da noi.