Musica della settimana dal 19 al 24 Marzo
A cura di Gabriella Ballarini e Juri Bomparola
Eta. Disarmo verificabile, nelle mani della società di Angelo Miotto
Qualunque sia la storia pregressa, presente e futura.
Sia ciò che sarà.
È l’Aprile. Anche l’ETA ne subirà l’impatto.
La nuova stagione sorge, si spera solare.
Così sia.
Il patto scellerato, un anno dopo di Lorenzo Bagnoli
Il viatico che porta all’Europa è sparito.
L’isola greca che porta alla salvezza, qualsiasi sia il significato il termine, non c’è.
“Seconda stella a destra, questo è il cammino… Poi la strada la trovi da te.”
Porta all’isola che non c’è.
E non è vero che la strada la trovi.
È tutta politica, solo segni su un’agenda.
Segni e politiche che decidono vita e morte.
Bisogna decidere vita, anziché morte.
L’isola ci deve essere.
Questa scuola deve chiudere di Laura Sferch
Quando ho letto la denuncia e la narrazione di Laura Sferch, ho pensato che volevo solo pensare a quelle donne, che si sono ritrovate a Cologno Monzese in un luogo che mi è capitato di visitare e che c’è una strada, quella che descrive Emiliana Torrini, ecco quella strada piena di sole e quella voglia di sentirsi a casa, anche quando le porte si chiudono.
Wrote you this
I hope you got it safe
It’s been so long
I don’t know what to say
I’ve traveled ‘round
Through deserts on my horse
But jokes aside
I want to come back home
You know that night
I said I had to go
You said you’d meet me
On the sunny road
QU’EST-CE QUI SE PASSE À CALAIS AVEC LES MIGRANTS? di Ilaria Bianco
Ilaria Bianco ha deciso di andarsene a Calais e di raccontare per capire e far conoscere. Calais e i suoi volti, il nome di un luogo che prima di questa disfatta per l’umanità, era un luogo tra le righe di altri luoghi. E così, ecco che ho trovato questa canzone delicata, cantata da una voce sognante, che accarezza. Parole d’amore e di malinconia. Perché le narrazioni hanno il dovere di intrecciarsi e di non perder mai la poesia.
A Calais c’è un battello che parte per noi
Se ne va, può portarci lontano se vuoi
…
siamo qui sotto un cielo più scuro che magari
ed ormai la nave è già partita e mai più ritornerà
p.s. l’ho voluta così tanto questa canzone, che me la son caricata da sola!
Sandro di Tano Siracusa
Grazie sempre a Tano Siracusa che con i suoi racconti ci porta con puntualità dentro al cuore delle storie, storie che hanno un nome e anche una voce e danno voce e suono ad altre voci e ad altri suoni.
E così, ho scelto un pezzo dei Thievery Corporation che si intitola Exilio, per tentare di aprire un altro spazio sulla carta geografica delle partenze di quando non volevamo partire.
Hemos salido de nuestra tierra
Huyendo de los problemas
Corriendo de las balas
Buscando mirar una oportunidad
Para mejorar
Ma la Palestina esiste? di Silvia Moresi
Quando ho capito che Silvia Moresi stava lavorando al suo Atlante e che avrebbe parlato della Palestina le ho mandato una canzone di Yann Tiersen dal titolo Palestine e la metto anche qui, perché è il sottofondo per la terra e la vibrazione, per l’Iliade e l’illusione, per le parole perdute e i confini tratteggiati.
Ma poi c’è chi scrive e ci sono le anime delle donne e il mondo intero che guarda o che si gira dall’altra parte. Ho scelto una canzone cantata da una donna, lei si chiama Patrizia Laquidara e il titolo è Va dove il mondo va. Perché tutto il mondo raccontato da Silvia è un mondo delicato e prezioso e le parole danzano.
Là dove le dita son pensieri
E le parole
Danzano sul mare
Ali come farfalle senza peso
Và dove il cielo và
Dentro la terra
E le paure salgono fra le stelle
Luci fra suoni scuri
che chiamano dal mare
Tu và dove il mondo và
nella sera
La matita di Enrico Natoli
Why don’t you have wings to fly with.