Continuano le proteste contro il presidente Zuma
di Raffaele Masto, tratto dal suo blog Buongiorno Africa
Nuove manifestazioni di protesta in Sudafrica dopo quelle di due settimane fa: migliaia di dimostranti sono tornati a chiedere le dimissioni del capo dello Stato, Jacob Zuma, per la discussa rimozione del ministro delle Finanze.
Rimozione che, seppure causa di gravi conseguenze, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo. I dimostranti, che danno segno di non voler recedere dalle loro richieste, protestano da mesi e accusano Zuma di corruzione e di incapacità a guidare il paese e il partito, l’African National Congress, che ha gravemente perso consenso raggiungendo la quota elettorale più bassa da quando è finito il regime dell’Apartheid.
Intanto si avvicina in parlamento la data del voto sulla mozione di sfiducia al capo dello stato presentata dalle opposizioni dopo il la rimozione del ministro delle finanze che ha provocato il declassamento a quota “spazzatura” del rating sul credito sovrano sudafricano da parte dell’agenzia internazionale Standard & Poor’s. Simile decisione potrebbe presto esser presa anche da Moody’s.
Il governo di Jacob Zuma non ha mai subito come in questo periodo il rischio di di crisi. Nei giorni seguenti al licenziamento del ministro delle finanze per la prima volta ha preso le distanze dall’operato di Zuma il principale sindacato del paese, il Cosatu, e il Partito comunista sudafricano.
Si fanno sempre più consistenti le accuse al presidente di far prevalere i propri interessi su quelli della prima economia africana, già danneggiata negli ultimi anni dal crollo del prezzo delle materie prime, dal calo degli investimenti stranieri e da una cattiva gestione della situazione.
Insomma, il Sudafrica e il suo presidente sembrano avviati, seppure ancora con forti resistenze, ad un inevitabile declino. Ma ciò che è più grave è che all’interno della classe politica dell’African National Congress non si sta facendo spazio una classe politica alternativa a quella in carica.
Il Sudafrica, la Nazione Arcobaleno, poteva essere un faro per tutto il continente, poteva operare in Africa da traino per i paesi dell’Africa Australe e invece, la sua classe politica, quella venuta dopo Mandela, si è dimostrata del tutto incapace a raccogliere quella eredità.