Frammenti di Kurdistan
di Linda Dorigo
Nei frutteti alla periferia di Mahabad donne e bambini raccolgono le ciliegie. La campagna è invasa dai fumi delle sterpaglie bruciate dal sole. Il giallo paglierino si alterna a quadrati di terra verde, fertile, per chilometri. Una danza dove i grilli cantano ubriachi di caldo.
All’ombra degli alberi di mele, sulle stuoie e vecchi tappeti, tre famiglie riposano dal lavoro.
Beviamo un paio di bicchieri di karkadè e pranziamo con uova sode e patate lesse. Ricordano le cene estive della mia infanzia. “Qui è meraviglioso” – dico a Yousef – “Ti piace? È tuo” – risponde lui -. “Magari” – dico io – “Allora ci puoi venire quando vuoi”.
Quasi tutti hanno finito la pausa e riprendono la raccolta. Yousef stropiccia le guance della figlia più giovane e la bacia con affetto. La piccola gli si avvicina, gli sussurra qualcosa all’orecchio, lui afferra il coltello e le taglia un pezzetto di gomma da masticare.