La prima edizione, in Puglia, di una kermesse letteraria a cura di Paolo Nori
di Andrea Colasuonno
A un primo sguardo può sembrare poco più che una pagina facebook, una delle migliaia che quotidianamente popolano il web proponendo gli accostamenti più spiazzanti ed assurdi. A ben guardare, invece, il Festival della Disperazione si terrà davvero. Dal 5 al 7 maggio, nella città di Andria, in Puglia.
“L’idea” – spiegano dal Circolo dei Lettori di Andria che ha organizzato la manifestazione – “è nata da una suggestione letteraria, infatti il festival della disperazione è un festival letterario. Lo scrittore e traduttore Paolo Nori, in un suo recente libro, Manuale di giornalismo disinformato, racconta di quando un’estate aveva girato decine di festival fra cui anche quello della gastroenterologia e dell’amore. Così lui aveva pensato che di fare quello della disperazione, che sarebbe stato un festival fortemente letterario. E noi poi l’abbiamo fatto davvero. Abbiamo affidato la direzione artistica di questa prima edizione proprio a Paolo Nori, aiutato da Armando Bonaiuto, direttore artistico del Festival della Spiritualità di Torino”.
L’evento allora, nei tre giorni in cui si snoda, prevede un programma principale e vari extra. Il cuore della manifestazione è costituito da sette incontri che vedranno protagonisti scrittori e intellettuali di varia estrazione. Questi, partendo dai temi predominanti nella propria opera, parleranno poi di disperazione dando alla discussione il taglio che preferiscono.
Ci sarà il giornalista Gian Paolo Ormezzano e il neuro-scienziato Andrea Moro. Ci sarà la poetessa Patrizia Valduga e i conduttori radiofonici Matteo Caccia e Gabriella Caramore. Infine gli scrittori Francesco Piccolo e Carlo Lucarelli.
“È un festival completamente autofinanziato e autoprodotto. Nessun contributo pubblico, anche perché difficilmente con un nome così ce lo avrebbero concesso”, spiegano dal Circolo. “E poi perché trattando di disperazione ci è sembrato coerente organizzarlo in ristrettezze economiche, almeno la sua prima edizione. Abbiamo messo insieme la cifra necessaria grazie ad alcuni sponsor a cui è piaciuta l’idea, grazie alle attività del nostro circolo fatte nell’ultimo anno, e anche grazie alla vendita di un birra che abbiamo prodotto per l’occasione: la Disperatissima. Su ogni bottiglia di questa birra ci abbiamo messo una citazione di un grande autore riguardante la disperazione, come per i Baci Perugina, ma per gente disillusa”.
Fra gli extra sono previste invece due mostre fotografiche, di Sandro Giordano e di Jo-Anne Mc Arthur; le esibizioni del Coro dei Malcontenti, un coro costituito per l’occasione sul modello dei complaints choir, che canterà le lamentele raccolte in giro per la città; ed anche un corso di rassegnazione, ossia “come lasciare i propri sogni nel cassetto”.
“Quello che abbiamo cercato di fare in fase di programmazione”, spiegano gli organizzatori, ”è stato mantenere un equilibrio fra i risvolti seri della disperazione e quelli comici, che pure ci sono. Il festival non è assolutamente un inno alla disperazione, piuttosto un viaggio di esplorazione culturale all’interno di una delle tonalità emotive predominanti della nostra epoca. Non disperazione come rinuncia o appiattimento, piuttosto disperazione come molla”.
il promo del festival
L’evento, assicurano dal circolo, non è un evento territoriale, non è direttamente legato al posto in cui si tiene, si sarebbe potuto fare a Milano come a Palermo. “Eppure abbiamo fortemente voluto farlo, e farlo ad Andria, anche come segnale di rottura.
Purtroppo da noi c’è pochissimo spazio per manifestazioni non legate al cibo, alle tradizioni o al glorioso passato. Chiariamoci: sono eventi che vanno benissimo, ma rischiano di essere monopolizzanti. Ecco che abbiamo deciso di fare qualcosa di davvero inaudito, assumendoci il rischio di non essere compresi. Di qui la volontà di dedicare un festival a un sentimento. Abbiamo voluto riaffermare che anche in una provincia del Sud Italia, c’è spazio per un po’ di futuro”.