Il giorno più bello. L’amicizia secondo Mabel Morri

Nel suo ultimo graphic novel pubblicato da Rizzoli-Lizard,
l’autrice riminese racconta la crescita di tre amiche alle prese con le scelte della vita adulta

di Luca Rasponi

«Ci sono momenti di passaggio molto delicati nella vita, forse banali ma non per questo scontati: fino a un certo punto l’unica preoccupazione sembra essere dove andare a fare aperitivo, poi un giorno non hai più vent’anni e vuoi costruire qualcosa. A me è successo, un giorno mi sono svegliata e la mia vita era cambiata. Con Il giorno più bello ho voluta raccontare proprio questo». Mabel Morri presenta così il suo ultimo graphic novel, recentemente pubblicato da Rizzoli-Lizard dopo due anni e mezzo di lavorazione.

Il giorno più bello è un romanzo di formazione al femminile, una storia di amicizia, di crescita e di scelte che a un certo punto nella vita diventa necessario fare.

Scelte che portano le persone a evolversi, a superare difficoltà e paure per cimentarsi in qualcosa di nuovo. Proprio quello che ha fatto l’autrice riminese, per la prima volta alla prova con un editore nazionale e con uno strumento finora inedito nella sua opera: il colore.

I precedenti Io e te su Naboo e Cinquecento milioni di stelle erano caratterizzati da un bianco e nero che sembrava destinato a diventare il marchio di fabbrica di Mabel Morri. E invece Il giorno più bello ribalta completamente la prospettiva, regalando al colore un ruolo da protagonista. Sono proprio i colori a guidare la lettura, con una variegata tavolozza di acquarelli che evocano sensazioni semplici e dirette, immediate come la storia che raccontano.

«Una sceneggiatura, come una canzone, può essere lenta o veloce: volevo una lettura semplice e senza fronzoli, ma anche questa semplicità è il risultato di un lavoro tutt’altro che scontato».

Come ha spiegato l’autrice presentando il fumetto a Santarcangelo di Romagna (Rimini), l’andamento quasi cinematografico della narrazione è assicurato con diversi accorgimenti: testi ridotti al minimo (con assenza di didascalie e numerose scene mute), disegni e linee elaborati per rendere i personaggi più espressivi, il ruolo già citato del colore. Una scenografia di prima qualità che rende la lettura scorrevole e delicata, mentre una pagina dopo l’altra si susseguono le quotidiane peripezie di Tina, Gio e Vane, tre amiche alla ricerca della propria strada nella fase di passaggio tra i trenta e i quarant’anni.

Visioni diverse della vita non approfondite a sufficienza. Paure e limiti cristallizzati dall’abitudine, mai messi in discussione nonostante il passare del tempo e la confidenza tra le protagoniste («i soprannomi sono il tratto distintivo dell’amicizia», spiega l’autrice).

E poi la scelta di un punto di vista ben preciso: «Il giorno più bello è un esempio di racconto dell’universo femminile che manca nel fumetto italiano, un racconto sulle donne di oggi». Non a caso, il graphic novel è valso all’autrice un Crepax Award, premio dedicato alle eccellenze femminili nel mondo del fumetto.

La scelta di rappresentare tre donne contemporanee senza sofismi o artifici rimanda anche a un elemento autobiografico, che si esprime chiaramente nella scelta dei luoghi. Il giorno più bello è ambientato tra la Romagna e la Puglia, rese immediatamente riconoscibili da elementi caratteristici pressoché inconfondibili.

Un po’ com’è inconfondibile lo stile di Mabel Morri, quel tratto deciso con i contorni marcati che sotto un’apparente semplicità nasconde più di una sorpresa. Fin dal titolo: «Per me il giorno più bello non è quello del matrimonio. Amo i titoli che sviano e lasciano ciascun lettore libero di interpretarli». Per risolvere il mistero, allora, non resta che leggere il graphic novel.