Il 21 Giugno è la festa della musica, non ho resistito e sono andata a cercare Make Music Milan che quest’anno ha creato palco sempione con la No Singer Band. Ecco quel che è successo.
Testo e foto di Gabriella Ballarini
Arriva l’estate qui a Milano, l’estate dei vestiti leggeri che intravedi le gambe e liberi le braccia, l’estate che si apre alla città attraverso la Musica. Scendo alla fermata Cairoli/Castello e percorro il primo tratto di strada verso il Parco Sempione, attraverso la porta del Castello Sforzesco. Un gruppo musicale sta già suonando oltre la strada e dentro al piazzale un intero stuolo di musicisti classici sta accordando violini e violoncelli.
La città è un grande palcoscenico, un concerto diffuso anima gli incroci, gli scorci d’asfalto e le gallerie.
Ma un palcoscenico voglio trovare, uno soltanto. Voglio trovare quello più strano, quello dove suonerà la No-singer band. Diceva così la pagina Facebook, che se volevi, tu arrivavi lì, salivi sul palco e cantavi. Li sento che suonano, stanno proprio dietro la locanda alla mano. Arrivo e il primo cantante per un giorno ha il microfono tra le mani, siamo pochi, sono da poco passate le sei, ma da quel momento in poi, fino quasi alle 22.00 sono rimasta seduta ad osservare i prodigi della musica.
E’ proprio questo che ho visto, la musica che si fa prodigio, che dice le parole che possono cantare tutti e ne dice anche alcune che può capire solo qualcuno.
Parole in una lingua straniera magari o di una canzone inedita che, incredibilmente, nasce nell’istante in cui viene suonata. È il caso di “Te credo”, una canzone semplice ed entusiasmante, proprio per il colore che è riuscita a spandere tutt’attorno a se.
La gente aumentava costantemente attorno a me, che ero seduta a terra, al centro dello spiazzo, per prendere la giusta distanza e non perdermi nulla. Quando mi hanno invasa, mi sono alzata e mi sono resa conto di tutti quelli attorno a me, persone che volevano partecipare, prendere parte, condividere, ridere, cantare. Stringere un microfono per ricordare quando s’era giovani e c’erano i Beatles e c’erano anche i Ricchi e poveri. Quando s’era molto giovani e c’era Rovazzi e Lady Gaga.
Il venticello era lieve, brezza da primo giorno d’estate. Mauro Mercatanti sudava tutte le sue magliette, senza mai perdere di vista il pubblico, continuando a ripetere che la festa della musica, è la festa di tutti, è la festa dell’inclusione, delle parole cantate. E così arriva chi è nato a New York e adora il rap, chi si è messo in viaggio dal Messico e chi da Monza Brianza. Arrivano i ragazzi della Locanda alla mano e ci insegnano Ligabue e Tiziano Ferro. Una coppia di splendidi innamorati canta l’Alleluia di Leonard Cohen e un notaio canta Vasco Rossi. Anche un componente dei Vallanzaska ci canta un reggae. Potrei elencarli tutti, ma chiedo aiuto ad una canzone dei Modena City Ramblers, per raccontarvi quello che ho visto.
Mi esibisco per i passanti/ per i poveri e i signori/ perchè non esiste uomo/ senza musica nel cuore/ e suono per le ragazze/ per le serie e le sfrontate/ perchè non esiste donna/ che dica no a una serenata./ E giro col mio violino/ per le piazze e per le strade/ la gente intorno balla/ e trova il tempo per sognare.
Ho guardato le persone attorno a me, ho ballato con loro, abbiamo raccontato la festa della musica così, accogliendo il ciclista che passava per caso e che si è fermato 4 ore per suonare due pezzi ed ascoltarne molti altri.
La musica libera, non ti fa sentire il caldo, ma ti ricorda dell’arrivo dell’estate e Make Music Milan è riuscita anche quest’anno a raccontare cosa significa incontrarsi lungo la strada, nella piazza, per vivere insieme, senza chiedersi come sia successo, ma stupendosi qualora non dovesse capitare.
Grazie ai musicisti, sorridenti, instancabili, amorevoli, unici.
Ah, e grazie al notaio!