Docu-film su un luogo magico di Palermo, intervista al regista Federico Savonitto
di Alessandro Piro
Esiste un microcosmo all’interno della città di Palermo. Si chiama monte Pellegrino. E ci vivono anacoreti, alchimisti, artisti, santoni. È uno spazio mistico, magico, dove si raggiunge una dimensione spirituale e il mito riporta indietro di secoli.
I giovani registi Ruben Monterosso e Federico Savonitto hanno presentato in anteprima al Biografilm Festival il lungometraggio Pellegrino (56’, Sciara Film Production e Playmaker produzioni).
È un docufilm ambientato, appunto, sul monte Pellegrino, che è uno spaccato di natura, roccia, bosco all’interno della città di Palermo. Lì si incontrano laghi dalla biodiversità unica, grotte con graffiti millenari, piante endemiche. Ma soprattutto personaggi con storie particolarissime, che raccontano la loro vita e la loro relazione con quel luogo.
Il film è stato presentato in anteprima al Biografilm festival di Bologna, la prossima proiezione sarà il 3 luglio allo Spasimo di Palermo. Nella città delle due torri era presente Federico Savonitto, uno dei due registi, che racconta la scelta di ambientare la sua prima opera in questo “spazio dove si raggiunge una dimensione spirituale e dove le leggende di una Santa miracolosa, Santa Rosalia, e un personaggio mitico, il Genio, riportano indietro di secoli facendo vivere gli spettatori un mondo incantato, appartenente ad una realtà diversa, superiore.”
Cosa succede su Monte Pellegrino?
Monte Pellegrino ti isola dal caos della città di Palermo, pur essendone circondato. Al caos si contrappone il cosmo, in cui si trova ordine e che dà ordine anche alla città. Chi entra ascende ad una realtà spirituale e mistica, dove gli elementi naturali offrono un collegamento tra terra e cielo, un po’ come quell’axis mundi, l’asse del mondo raccontato nelle opere dello studioso rumeno Mircea Eliade. Il monte è anche l’alcova di Santa Rosalia, protettrice instancabile dei palermitani, e del Genio di Palermo, emblema della città secondo il mito, che nella loro dualità hanno da sempre vegliato sulla città e continuano a farlo, dando ospitalità a migliaia di culture diverse.
Chi sono gli abitanti di monte Pellegrino?
Chi non ha le radici ben piantate, i viandanti, i viaggiatori, i migranti, trovano accoglienza su Monte Pellegrino. E i personaggi del mondo che per caso o per scelta ci sono finiti. La loro è una nobiltà decaduta, che riacquista valore nel senso sacro del contemporaneo. Il racconto è infatti affidato a personaggi strani, quasi folli. Però in Pellegrino la follia è sana lucidità. Tanto che, come spiegato da uno dei protagonisti del film, nei tarocchi la carte del pellegrino corrisponde a quella del folle, che girovaga senza regole o punti di riferimento. La scelta di personaggi stranieri è dovuta alla natura multiculturale della città, che da sempre ha aperto le sue coste ad invasori o ospiti di ogni lato del mondo. Nel film, il racconto di monte Pellegrino è affidato alle parole di un rom, di un indiano, di un artista orientale, di un’alchimista palermitana e un archivista di quasi cent’anni.
Santa Rosalia secondo la leggenda salva Palermo dalla peste del 1625. Può farlo anche oggi?
Oggi la Santuzza (n.d.r. Santa Rosalia) può regalare una salvezza metafisica, un benessere che coinvolge il tempo e il respiro. La sua casa è il monte e nel monte si avvicendano tutti gli elementi della natura, uno di questi, il fuoco, rappresenta la purificazione. Forse a questa città che fatica a trovare una sua strada e a distinguere tra il bene e il male, servirebbe proprio una purificazione totale.
C’è una scelta fotografica importante, quasi a voler cogliere la bellezza delle piccole cose, a creare un’aura di pace.
Abbiamo raccontato ogni spazio del monte, dalla sua natura selvaggia all’assalto dei fedeli che si sacrificano nella cosiddetta “acchianata”, l’ascesa a piedi o addirittura a volte in ginocchio, fino al santuario di Santa Rosalia, per chiedere un aiuto o per grazia ricevuta. Nelle riprese, durate 3 anni, abbiamo ripreso ogni momento del monte Pellegrino, cercando di raccontarlo in modo esaustivo. C’è l’intento di inserire nel racconto l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco, ognuno con un ruolo ben preciso nella narrazione.
C’è un riferimento religioso nella scelta dell’ambientazione?
In Pellegrino la religione diventa misticismo, ogni personaggio ritrova un equilibrio spirituale seppur abbia un’appartenenza religiosa e culturale diversa. La Santuzza protegge, accoglie tutti e dall’alto della sua posizione sulla vetta del monte benedice la città. Il suo alter ego, il Genio di Palermo, è un mito nato proprio per raccontare l’accoglienza. Per capire l’aspetto mistico del luogo è emblematico il ruolo attributo da uno dei personaggi alle antenne televisive presenti sul monte, che secondo lui aiuterebbero a trasmettere e diffondere la benedizione della Santa.