Due piattaforme giornalistiche per raccontare attraverso diverse lenti la disuguaglianza, la grande sfida dei nostri giorni
Di Clara Capelli
Ci sono voluti la Brexit, la vittoria di Trump e “la minaccia populista” in Europa e nel mondo per far attecchire l’idea che la disuguaglianza è un problema. Una questione etica, una rottura del modello di convivenza civile, oppure anche solo una mera questione di stabilità sociale per la riproduzione della democrazia “borghese” e del sistema capitalistico.
Comunque la si veda, rimane una domanda: come si racconta la disuguaglianza? Come si mostrano le tante sfaccettate dimensioni delle differenze socio-economiche che attraversano e dividono una società? Come si riflette sulle cause di queste fratture?
Due interessanti progetti giornalistici hanno il merito di avere raccolto questa sfida con una narrazione originale, approfondita ed efficace: The Economic Hardship Reporting Project (EHRP) e The Inequality Project del quotidiano britannico The Guardian.
Il primo è un sito internet, finanziato fra gli altri dal think tank progressista Institute for Policy Studies, Ford Foundation e Open Society Foundations, che raccoglie una serie di reportage e analisi giornalistiche –pubbliche su testate quali The Atlantic, The New York Times e The New Yorker, sulla disuguaglianza negli Stati Uniti. La collezione di Stories è imperdibile. Solo per citare alcuni esempi del ricco archivio, il bellissimo reportage di Barbara Ehrenreich e Alyssa Shukar del settembre 2016 What the American Working Class Really Looks Like ci accompagna in un viaggio fra la classe lavoratrice americana a pochi mesi dalle elezioni presidenziali.
Lesley Quarles, who works in computer parts manufacturing, says he’s frustrated by his wage. “I can’t even buy one of the parts that I make,” he says. While at the Labor Day picnic, he registered to vote and says he felt inspired to run for office “because we don’t have enough people fighting for us. [The politicians] are all fake. They don’t care about us. I care about us because I am us. We need people like us to represent us.” […]Roberto Sanchez says he helps register voters every presidential election year. He says, “I’m a volunteer for the Democrat Party, and I’m trying to register young voters, Latino voters for Hillary.”
La Ehrenreich, anima di EHRP, è giornalista, attivista e autrice nel 2001 – in tempi non sospetti – di Nickel and Dimed: On (Not) Getting By in America, libro nel quale descriveva la sua esperienza di tre mesi cercando di sopravvivere con un salario minimo lavorando come cameriera, donna delle pulizie, commessa di Wal-Mart.
Sua è anche un’interessante riflessione dell’agosto 2015 su chi debba raccontare la povertà Only the Rich can talk about Poverty, nel quale evidenzia come di fronte alla sempre più feroce precarizzazione della professione giornalistica, a occuparsi di “povertà” siano solo le grandi firme dell’establishment della stampa, incapaci di togliersi le lenti dello snobismo quando trattano problematiche di natura socio-economica e tipi umani “diversi” dal loro raffinato vissuto.
Si potrebbe continuare per ore, ma regalatevi qualche minuto per guardare il servizio fotografico di Zora J Murff sulle donne che affrontano viaggi infiniti per andare a trovare i loro affetti in prigione a Philadelphia, The Women Who Ride For Hours To Visit Loved Ones In Prison, oppure il lavoro di Elliot Woods sulle conseguenze dei trasferimenti delle terre federali ai singoli Stati (il che apre la possibilità che queste terre vengano poi cedute a privati per scopi di lucro) sulla vita dei rancher del Montana, In Montana Land Transfers Threatens the American Ranchers’ Way Of Life.
“You know the saying: cows, not condos. In some places that doesn’t apply, but out here it does. This is a sought-out location by a lot of people and there’s a lot of money, and if we lose those working ranch lands, we are going to see a fragmented landscape.”
Infine, altro articolo di grande interesse in questa dolorosa selezione è New York’s House Cleaners Become Collateral Damage in Airbnb Crackdown sulla condizione delle donne delle pulizie ai tempi di Airbnb, tra instabilità lavorativa e difficoltà del sistema alberghiero tradizionale.
A 2015 report by the Hotel Association of New York City found that New York hotels had a $451 million revenue loss because of Airbnb. Housekeepers and launderers, of course, are a big part of the hotels’ business; if the hotel industry suffers, they could get laid off, too. However, most of them have unions behind them, whereas the NYC cleaning economy is a labor force largely made up of female independent contractors, many of whom are single mothers.
Con il sostegno della Ford Foundation, The Inequality Project di The Guardian è una sezione interamente dedicata a questioni legate alla disuguaglianza nelle sue diverse dimensioni. Le inchieste sono numerose e dettagliate, dalla tassazione (Tax evaders exposed: why the super rich are even richer than we thought) al lavoro del futuro (What Jobs will be still around in 20 years?) o al diventare adulti nel terzo millennio, in una precarietà che pervade ogni aspetto dell’esistenza (Mortgages, marriage and millennial angst: rewriting what it means to be adult)
Due ottimi progetti assolutamente da seguire, con la speranza che anche in Italia si riesca a lavorare su questi temi in modo organico e ragionato. Perché i buoni lavori non mancano, ma aggregarli su un’unica piattaforma ha il grande merito di creare un racconto più complesso e completo, necessario per far capire che la disuguaglianza è il grande tema dei nostri giorni, non risolvibile in una qualche isolata narrazione della “sfiga” qua e là.
Riflessione teorica delle cause, efficacia del racconto e una cornice che mostri il quadro tutto.
Foto Copertina: Cleveland, Ohio. A worker cleans at the Evergreen Cooperatives worker-owned greenhouse. CREDIT: Matt Black.