Cinquant’anni fa la guerra del Biafra

Uno dei peggiori e più sanguinosi conflitti del Novecento

di Raffaele Masto, tratto da Buongiorno Africa

Cinquant’anni fa, nel luglio del 1967, scoppiava la guerra del Biafra. Si trattò di uno dei peggiori e più sanguinosi conflitti del Novecento: sul terreno rimasero almeno tre milioni di persone e altrettante morirono di fame e malattie legate alla guerra.
Ma quel conflitto non fu solo una catastrofe per il numero di morti e di persone coinvolte. Fu una catastrofe perché rappresentò la prima grande disillusione per l’Africa. Una disillusione che si rivelò profetica. In sostanza a soli sette anni dall’epoca delle cosiddette indipendenze, quel conflitto mostrava che l’Africa non era avviata verso un glorioso futuro di pace e di sviluppo ma verso decenni di colpi di stato, di violenze, di ingiustizie che, ancora oggi, sono solo in parte attenuate.

Quel conflitto fu profetico perché mescolava un contrasto tra etnie (Yoruba e Hausa del nord contro gli Igbo del Delta del Niger) e una spietata lotta per il controllo delle risorse, in quel caso il greggio delle regioni sud-orientali. Nei decenni successivi etnie e risorse sono state alla base di tutti i conflitti d’Africa.

Inoltre in Nigeria di questi tempi le ragioni di quella guerra sono riemerse dalla storia perchè non erano mai state sopite. Il governo di un uomo del nord, il presidente Mahammadu Buhari ha represso nel sangue, secondo Amnesty, diverse decine di personaggi e movimenti che rivendicavano una secessione del Biafra.
Per chi volesse approfondire le ragioni e gli avvenimenti della guerra in Biafra può leggere sulla rivista Africa una rievocazione con immagini di quel conflitto (n°4 luglio-agosto 2017 – pag.55). E per chi volesse invece rievocarlo e comprenderlo meglio, anche dal punto di vista della vita della gente, può leggere il bellissimo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie “Metà di un sole giallo”, pubblicato da Einaudi.