JUST BEFORE HIS DEATH

2017.09 #cliQtakeover di @ale_theia su #Instagram @qcodemag

A cura di Leonardo Brogioni

Un grande ringraziamento ad Antonietta Corvetti per aver condiviso sul nostro account Instagram le imagini post atomiche da lei realizzate nel girovagare per le periferie di Milano “the day after” expo.

Da oggi cambiamo continente e atterriamo a Cuba insieme ad Alessandra Lanza, giornalista e fotografa, alla quale chiediamo di presentarsi e poi di rispondere alle consuete domande, vai Ale.

Sono nata a Biella nel 1990 e ho vissuto lì fino al 2009, anno in cui mi sono trasferita a Milano per studiare filosofia. Amo in modo viscerale quella che nel giro di poco tempo è diventata la mia casa e sono una sorta di animale di città, ma una parte di me sente sempre forte la mancanza della natura e soprattutto delle montagne che ho sempre osservato all’orizzonte e che ora vedo troppo poco. Conquistata la laurea triennale con una tesi sulla raffigurazione – l’argomento della tesina del liceo era già la fotografia, passione che a livello teorico e pratico ho sempre coltivato – la decisione di frequentare un Master in giornalismo, fino a diventare professionista. Al momento sono freelance e collaboro con varie testate, per cui realizzo articoli, fotografie e video, tra le varie Abitare, Wu Magazine, Corriere, Cultweek e Mediaset, occupandomi in particolare di fotografia, arte e musica. Nel frattempo faccio la tutor al Master in Giornalismo dell’Università Cattolica e cerco di viaggiare il più possibile – mai quanto vorrei.

Perché usi Instagram spesso e volentieri, addirittura con due account personali?

Ho iniziato a postare fotografie su Instagram fin dai suoi albori: lo trovavo un modo divertente per raccontare qualcosa di me e collezionare ricordi. Nel tempo, e con oltre un anno di stop in mezzo in cui ho smesso di utilizzare il mio profilo principale, Instagram è diventato un luogo di ricerca di ispirazioni, novità, punti di vista interessanti o in cui riconoscermi. Poi è diventato per me un luogo di sperimentazione: basta scorrere, andando all’indietro, lo stream dei miei post per rintracciare il cambiamento rapido e continuo che ha attraversato il mio sguardo nel corso degli ultimi due anni. Ad affascinarmi, più di tutto, ci sono le manifestazioni della luce e dei suoi giochi, tra epifanie, sfide e sorprese inaspettate. Vista la mia tendenza (ossessivo-)compulsiva ho salutato con iniziale diffidenza, ma poi con gioia, l’arrivo delle Stories, che hanno permesso di alleggerire il mio flusso di immagini, altrimenti incontrollato. I contenuti relativi al mio lavoro e alle mie pubblicazioni preferisco concentrarli sulle Stories appunto, per lasciare che il mio profilo sia una palestra in cui allenarsi a disegnare un filo coerente con il mio modo di guardare. Insieme al mio profilo principale @ale_theia, dal febbraio 2015 porto avanti una piccola ossessione, quella per i portoni e gli ingressi dei palazzi di Milano (@secretsideofmilan)

 

 

Cosa vedremo in questa settimana di takeover?

Un lavoro quasi totalmente inedito su Cuba, “Just before his death”. Ho viaggiato sull’isola per quasi un mese tra settembre e ottobre del 2016, appena qualche settimana prima che morisse il rivoluzionario Fidel Castro. A incuriosirmi e affascinarmi la quantità di simboli, dai più tradizionali e legati al lungo regime che alcuni ancora guardavano con gratitudine e da cui altri sognavano di potersi finalmente emancipare. Da un lato l’effigie di Castro, sorridente e con quell’aria pacifica, ma insieme decisa, dall’altro mele morsicate e bandiere a stelle e strisce. Con la mia macchina fotografica e il mio smartphone, usati indifferentemente – l’importante è registrare – ho raccolto un vasto campionario di rimandi all’impulso più conservatore e a quello più progressista: non soltanto loghi o disegni, quanto vere e proprie realtà, a volte dal sapore artificiale, dalla presenza militare a quella del turismo, entrambe controverse e in costante ridefinizione; da una delle religioni tradizionali, la Santeria, ai luoghi iconici come il Malecón di L’Avana, fino suggestioni che rimandano al viaggio, per come l’ho vissuto io stessa, mentre ero alla ricerca di una chiave di lettura per stereotipi, ossessioni, imposizioni e desideri di un popolo, per i simboli inafferrabili di una Cuba vera, i simboli ostentati, i simboli caduti, i simboli coniati dall’esterno e i simboli futuri. Una concatenazione di immagini, che si rincorrono l’una nell’altra con la pretesa di dare soltanto un piccolo assaggio di quel luogo alle soglie del cambiamento.
Mi piacerebbe tornare in un prossimo futuro per scoprire se quello che ho trovato prima della morte dell’icona per eccellenza conteneva davvero germi riconoscibili di un futuro atteso da tempo.

#cuba #justbeforehisdeath
@ale_theia @secretisideofmilan
#instagram @qcodemag

Dopo questa settimana cubana il cliQtakeover si prende un periodo di riposo, buona estate.