Il disegno della libertà

Viaggiare: il concetto di viaggio gemma dal viatico, cioè da ciò che occorre per il viaggio stesso. L’idea del viaggiare è quindi in origine misurata da ciò che portiamo con noi per il viaggio. In questo tempo estivo la redazione di Q Code Mag proverà a raccontarvi i suoi viaggi, non per forza spostamenti, non solo metafore, in una narrazione collettiva che ci accompagni sotto sole e temporali, fra i palazzi cittadini e gli ombrelloni marini. Buona lettura.

di Linda Dorigo

Combattere per non svanire, resistere per essere ricordati

Combattiamo per queste terre, per il nostro popolo. Sconfiggeremo la tirannia che da decenni ci nega la libertà, e la Storia finalmente si ricorderà di noi.

Tra queste sterpaglie ci siamo nascosti per settimane. Sopra le nostre teste volavano droni ed elicotteri. Per giorni non siamo usciti dai rifugi. Solo pane e formaggio, facendo i bisogni quando si poteva. Ci hanno cercati a lungo, finché si sono arresi. Allora abbiamo affidato a nuovi compagni i gatti che ancora gironzolano intorno alle nostre tende, e ci siamo messi in marcia.

Ho lasciato questo posto sapendo che ci sarei tornata. Perché qui ho perso il filtro dell’identità, ho imparato a pensare in grande, per la società intera. Tra questi angoli immersi nella natura non esiste egoismo.

Ci torno in sogno e mi abbandono fino quasi ad annegare. La sera della partenza ho bagnato il viso nell’acqua del ruscello.

Un groviglio di moscerini danzava spostandosi da una sponda all’altra. Mi ha ricordato le rondini che ogni estate venivano a trovarci al villaggio. Un rituale, come il nostro, che per sconfiggere la paura balliamo tenendoci stretti per i mignoli. Alziamo la musica a tutto volume e ci carichiamo come guerrieri Sioux.

Notte senza luna.
Dietro i campi
l’affanno,
uomini e fronde e fossi
senza sosta
rincorrono la corrente.
Gioventù del cuore,
un tremolio improvviso.
L’alba.

Ogni cosa è indurita dal fango che si è seccato col caldo. Pantaloni, scarpe, calzini.

Attraversiamo i primi villaggi seduti sul retro di un furgone. Guardo gli altri, ognuno immerso dentro al proprio vuoto. La fatica è liberatoria e da questa parte del fiume nessuno ha più paura.

Il disegno della Libertà è un’opera collettiva e anche la morte non ci spaventa.

Un martire non muore mai.