Il potere infinito di Dos Santos
di Raffaele Masto, tratto dal suo blog Buongiorno Africa
L’Angola va alle urne per le elezioni presidenziali. Per la prima volta il candidato non è Josè Eduardo Dos Santos, l’uomo che è al potere da ben 38 anni e che prese il posto del primo presidente del paese, Agostino Neto di cui era un ministro del suo governo.
Insomma in Angola la classe politica non è mai cambiata. E non cambierà nemmeno con queste elezioni perchè è scontato che vincerà l’uomo che Dos Santos e la sua classe politica ha già designato, cioè l’attuale ministro della difesa Joao Lourenco, 63 anni e fedelissimo del regime.
L’Angola fino a qualche anno fa era considerato uno dei paesi più dinamici economicamente di tutta l’Africa, con una crescita del Pil a quasi due cifre. Un enorme passaggio di denaro (proveniente quasi esclusivamente dalle riserve di greggio) che non è mai stato distribuito alla popolazione che rimane una delle più povere di tutta l’Africa.
Oggi, con la caduta del prezzo del greggio e la fine del “miraggio” della crescita, l’Angola è un paese in grave crisi, con una povertà endemica, immense baraccopoli nelle città e un sistema agricolo che vive di sola sussistenza. Un paese tra i più corrotti e con gravi problemi di violazioni dei diritti umani.
Si vota anche per le legislative che vedranno il rinnovo di 220 parlamentari. Anche in questo caso risultato scontato. Ci si aspetta ancora la vittoria del partito al potere Mpla (Movimento popolare per la liberazione dell’Angola). Infatti l’Unita (Unione nazionale per l’indipendenza totale dell’Angola), la più importante formazione dell’opposizione nata dalle ceneri dell’organizzazione ribelle che per anni ha combattuto una sanguinosa guerra civile contro l’Mpla (oltre un milione di morti), cinque anni fa ottenne solo il 19% dei voti.