Viaggio tra poesie e aforismi accompagnati dal volto di chi li ha scritti o pronunciati, nel segno della lotta e dell’impegno civile
di Luca Rasponi
Le cicatrici tra i miei denti di Gianluca Costantini è qualcosa di insolito. Una raccolta di vignette? Non proprio. Un album di istantanee? Ancora non ci siamo. Ritratti. Forse è questa la parola che rende meglio l’idea. Ma ritratti dotati di parola, come se le foto o i quadri potessero parlare.
Antologia e ritratti di poesia in lotta: questo, non a caso, è il sottotitolo del volume pubblicato lo scorso anno da NdA Press. Che raccoglie una serie di personaggi e parole raffigurati da Costantini nella sua attività di graphic journalist per riviste come Internazionale e Pagina 99.
È la lotta ad accomunare i sessanta volti di questa galleria, una lotta politica e reale oppure più intima, interiore, condotta con la potente arma della poesia. Ogni pagina diventa così una sorpresa, in questo originale caleidoscopio di volti e parole che attraversa i continenti, le epoche e le culture.
Capita così di trovare Vladímir Majakóvskij ed Ernesto Che Guevara accanto a Yukio Mishima e Alda Merini.
Di trovare il canto della rivoluzione e l’aspirazione a cambiare il mondo distanti poche pagine da profonde riflessioni sulla vita, affermazioni della propria dignità nel viverla, ricerca di altro al di là di essa.
L’anelito a una vita che abbia un significato, oltre alla frontiera dell’impegno civile, è forse quello che accomuna i ritratti di Gianluca Costantini. Che però – come istantanee – hanno un senso irripetibile nella loro singolarità, in grado di sortire un effetto diverso a seconda del lettore che li riporta alla vita.
Parole come «La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili» sono in grado di evocare una gamma
pressocché infinita di sensazioni e significati. Un numero di combinazioni che aumenta esponenzialmente abbinando l’aforisma al volto temprato e impassibile di William S. Burroughs.
Le interpretazioni possibili, la forza evocativa delle parole e il volto di chi le ha pronunciate creano un effetto poetico trascinante: «Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non sapere dove andare. Cammina accanto a me e sii per me un amico» (Albert Camus).
Ciascuno di noi – in particolare chi scrive per mestiere o legge molto – ha un personale bagaglio di citazioni alle quali fa riferimento. Addentrarsi tra i volti e le parole scelti da Gianluca Costantini diventa quindi un po’ come conoscerlo di persona, avvicinandosi al suo mondo e al suo pensiero.
Perché le parole che per noi hanno più valore e significato esprimono ciò che siamo, e quello che vediamo guardando il mondo: «Ho cercato di tener zitta la bocca | Ma la mia lingua non aveva spazio | Per le cicatrici | Tra i miei denti» (Amal Kassir, Siria).