Musica della settimana dal 10 al 15 Dicembre
A cura di Gabriella Ballarini
Coming out di Gaia Grassi
Del racconto di Gaia rimane l’intensità, l’empatia, la bellezza da urlare e l’amore da sussurrare e così ho pensato che “Certo non sai” fosse proprio una bella canzone da sentirsi indirizzare.
Certo non sai quanto mi commuovi quando dici
parole strane e quasi senza senso a mezza voce,
forse ricordi di attimi felici
persi in un atomo onirico veloce.
Chiaroscuro egiziano di Silvia Moresi
Che senso ha continuare ad andare avanti in questa vita fatta di menzogne? […] Se solo potessi scomparire.
Come potremo sparire completamente?
I walk through walls
I’m not here
This isn’t happening
I’m not here
Con questo chiaroscuro che mischia i colori si chiude l’Atlante arabo e ci mancherà, l’Egitto ci lascia addosso quel costante senso di rivoluzione e silenzio. Silenzio e rivoluzione.
Gerusalemme indivisibile di Francesco Chiodelli
Separare, sezionare, dividere, urlare. Dentro tutto questo ho scoperto Nick Mulvey grazie al mio aiutante segreto (a Natale serviva proprio). Ho ascoltato molti suoi pezzi e questo mi ha fatto apparire di fronte la città di Gerusalemme, ma non quella che ho letto in questi giorni, mi è apparsa la città, quella dove le persone si incontrano e non si separano, nonostante tutto.
nobody said it was simple
But people raise it so hard
Knowing who we are
And our place in the stars
And now we
Are never really apart
In un lontano vicino tra le montagne dei balcani di Marco Ranocchiari
E insomma, mi perdonerà Marco Ranocchiari, ma quando io ho letto la parola lontano, mi è scappato un Luigi Tenco, così, senza preavviso.
L’insulto di Alessia Carnevale
Ho letto questa recensione di Alessia Carnevale e poi ho guardato questo spezzone del film e così ho pensato ai ricordi, all’assenza di parole e ne è uscita una musica, una musica di pianoforte ed altri suoni a riempire la stanza.
SOS: Dakar chiama Europa di Angelica Erta
Lo so, a Dakar si parla francese, wolof e serer, ma dopo aver letto il racconto di Angelica Erta ho sentito che c’era bisogno di dolcezza, di una rosa, del sale e del mare.
O asfalto que te conta história,
A toalha de sal que segura mais uma gota do mar
Depois de um mergulho para refrescar.
Trago junto o que de bom conservo
No peito um amor, na mão a rosa.
Que mais, que posso querer?
Se tenho as memórias para abastecer.
E vou, eu vou lhe conservar no sal, no sal do meu mar.
La matita di Enrico Natoli
Sono riuscito ancora ad odiare.