Nel suggestivo palazzo Pallavicini una selezione di oltre 130 tavole del disegnatore veronese, con protagoniste assolute le sue celebri bellezze femminili
di Luca Rasponi
La mostra è aperta al pubblico fino al 21 gennaio 2018
Milo Manara è un maestro dell’illustrazione, a fumetti e non solo. Un maestro di livello mondiale. Per un appassionato, una mostra interamente dedicata a lui non può che essere una tappa obbligata, un richiamo irresistibile tra curiosità e intrigo.
La mostra – che naturalmente s’intitola Nel segno di Manara – crea suggestione già a partire dallo spazio espositivo.
Il magnifico palazzo Pallavicini a Bologna, infatti, riapre per l’occasione dopo un restauro che l’ha riportato allo splendore originario di nobile dimora settecentesca.
Le tavole di Manara sono perfettamente a loro agio in questo scenario elegante e altero.
Suddivise in sette sale tematiche, le 130 tavole originali esposte in mostra presentano un campionario ampio e variegato della vastissima produzione del disegnatore veronese.
Il pezzo forte – come può facilmente immaginare chi conosce anche superficialmente l’opera di Manara – sono i soggetti femminili. Ma la mostra ha il grande pregio di non fermarsi a questo, offrendo una panoramica completa degli interessi del maestro, dalla Storia al Sogno.
La donna resta comunque il filo conduttore di gran parte delle esperienze artistiche di Manara. Una donna desiderata con passione, addirittura venerata, con quella ammirazione spasmodica che si ritrova in un altro grande della cultura italiana, il regista Federico Fellini.
Alla collaborazione per Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet è dedicata una delle sezioni più significative della mostra.
Il film mai realizzato da Fellini, serbatoio per idee ricorrenti in tutta la sua cinematografia, doveva diventare un fumetto con le illustrazioni di Manara.
Ma il destino ha voluto che alla morte del regista l’opera rimanesse incompiuta, lasciandoci con la curiosità insoddisfatta di conoscere il destino del protagonista di questa surreale e originalissima avventura.
Il racconto per immagini, quanto e più della pura e semplice illustrazione, appassiona Manara nel corso di tutta la sua lunga carriera. Lo rivela tra gli altri anche il lavoro più recente, la biografia di Caravaggio in due volumi in corso di pubblicazione da parte di Panini Comics.
A questo proposito, colpisce leggere il curatore Claudio Curcio definire Caravaggio “collega lontano nel tempo” di Manara. Ma l’affermazione è assolutamente centrata, soprattutto considerando i nuovi percorsi dell’arte figurativa contemporanea, dal fumetto alla street art.
Percorsi di cui Manara è un protagonista di prima grandezza, come dimostrano le sue collaborazioni con sceneggiatori del calibro di Neil Gaiman (Sandman: Notti Eterne), Chris Claremont (X-Men), Alejandro Jodorowsky (I Borgia) e Hugo Pratt (El Gaucho).
Deliziosi anche i dilemmi morali in forma grafica realizzati per la rivista Hamlet, che introducono alle vignette di satira politica e impegno civile, dalla ricostruzione del caso Pinelli a una meravigliosa illustrazione dedicata a Pier Paolo Pasolini.
Dell’arte di Manara hanno beneficiato gli ambiti e i committenti più diversi, dalle compagnie commerciali per la pubblicità fino alle stelle del cinema, come testimonia l’intera sezione dedicata alla diva Brigitte Bardot.
Basta qualche minuto nelle sale di palazzo Pallavicini per rimanere affascinati dall’immenso talento di questo maestro dell’immagine, dalla bellezza delle tavole a fumetti, delle illustrazioni e delle protagoniste femminili di entrambe.
Per questo sarebbe riduttivo esaurire con un articolo la ricchezza di opportunità offerte dalla mostra. C’è tempo fino al 21 gennaio 2018 per ammirare le opere di Manara esposte a palazzo Pallavicini: un’occasione che non bisogna decisamente lasciarsi sfuggire.