L’esodo dei Rohingya in Bangladesh
di Erberto Zani
L’ennesimo genocidio del nostro tempo, con molti testimoni, ma poche azioni concrete da parte dei governi. L’esodo dei Rohingya continua ininterrotto, sotto la quasi totale indifferenza del resto del mondo e l’assordante silenzio del premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi.
I Rohingya sono una minoranza etnica, in prevalenza musulmana, proveniente dalla regione del Rakhine in Myanmar.
Discriminati per il colore della pelle più scuro ed il credo religioso diverso dalla maggioranza buddista, ai Rohingya viene negata la cittadinanza in Myanmar, relegandoli a persone di serie “b”, prive di diritti.
In questo modo subiscono ogni tipo di abuso, dal lavoro forzato alle violenze quotidiane, dagli stupri alle esecuzioni di massa.
Religione ed etnia vengono utilizzate dai militari per giustificare ogni loro azione finalizzata ad espropriare terreni preziosi: il loro obiettivo è ottenere il pieno controllo del territorio per incrementare l’economia dal settore minerario, dal taglio di legname e dal geotermico.
SCORRI SULLE FOTO PER GUARDARE LA GALLERY
Esiste anche un progetto, in partnership con la Cina, in fase di realizzazione proprio nello stato del Rakhine: si tratta della creazione di un porto e di un’immensa area industriale. Nonostante questo piano non rientri, per ora, nell’area dei villaggi bruciati dai militari, è evidente che avrà in ogni caso un impatto sull’intera regione.
La sistematica repressione dei Rohingya ha avuto inizio nel 1978 con una prima oppressione messa in atto dall’esercito buddista del loro stesso paese.
Nel 1991 si è verificata una seconda ondata di profughi.
Da ottobre 2016 ad oggi, oltre 600mila Rohingya sono scappati nel vicino Bangladesh, per sfuggire ad una nuova e più sistematica pulizia etnica: arrivano nel distretto di Cox’s Bazar, uno dei più poveri e sviluppati del paese, ammassandosi in enormi campi profughi.
Solamente nella giornata del 17 ottobre 2017, 15mila persone hanno attraversato il confine, arrivando nelle risaie bengalesi di Palangkhali.
Stremati, dopo dieci giorni di fuga tra giungle e montagne, si sono accampati lungo sottili strisce di terra aspettando di venire smistati, nei campi di Thangkhali e di Balokhali, dall’esercito bengalese.
Nonostante siano passati quarant’anni dal loro primo esodo, per i Rohingya non c’è ancora pace.
Dal reportage è nato il libro fotografico Exodus, edizioni Blurb.
Exodus è in vendita su Blurb.com
Caratteristiche: formato 18×18 cm, copertina cartonata con sovracoperta, 60 pagine in carta patinata, fotografie in bianco e nero, testo in inglese.