Musica della settimana dal 27 Maggio all’1 Giugno
A cura di Gabriella Ballarini
Didier Fassin, ragione umanitaria di Didier Fassin tratto da Lavoro Culturale
“L’umanitarismo ha questa notevole forza: colma in maniera fugace e illusoria le contraddizioni del nostro mondo, rendendo l’intollerabilità delle sue ingiustizie in qualche modo tollerabile. E da ciò deriva la sua capacità di produrre consenso.” E io mi sono messa ad ascolta Cat Power, un po’ per dispetto e un po’ per sfidare il presente.
What are we doing?
We’re sitting on a ruin
What are we doing?
We’re sitting on a ruin
Elezioni municipali in Tunisia tra disillusione e lotte di potere di Chiara Loschi e Clara Capelli
Isobel Anderson l’ho scoperta un po’ per caso, forse addirittura ascoltando una playlist di Fabio Volo (lo so, anche i migliori a volte, sono i peggiori) e me ne sono innamorata, la prima canzone che ho ascoltato si intitolava Botanical Romance. Ho riascoltato in questi giorni l’intero album “In my garden” e ho trovato questa canzone e leggendo Loschi/Capelli (così a volte amano definirsi) ho deciso che fosse la perfetta colonna sonora.
When the world no longer,
Speaks my name.
Riprendiamo la città. Potlach Milano: uno sguardo sulla città interculturale di Immaginiesplorazioni
Il tema della città e il lavoro di Potlach Milano mi hanno spinta a fare proprio una ricerca su testi relativi alla città e sono scivolata su Mina, ho riascoltato la canzone circa 8 volte e alla fine avevo una spazzola in mano, degli occhiali da sole gigante e volume a palla. Mi son fatta prendere la mano, insomma.
Le strade piene, la folla intorno a me
mi parla e ride e nulla sa di te
io vedo intorno a me chi passa e va
Gaza: c’è un giudice a L’Aia? Di Vito Todeschini
La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto il titolo del pezzo di Vito Todeschini è questa canzone dei Pink Floyd. Una frase che mi ripeto ossessivamente quando non capisco, quando non riesco ad entrare nel merito delle ragioni, quando mi spiazzano le azioni degli attori sulla scena del mondo. Come se potessimo celebrare l’assenza, in assenza di una presenza.
Is there anybody out there?
Macaroni! Italia-Belgio andata e ritorno in tre generazioni di Luca Rasponi
Una canzone, quella che ho scelto per il pezzo di Luca Rasponi, che non avevo mai sentito. Mi sono messa ad ascoltare decine di canzoni sulle migrazioni italiane, da Gianmaria Testa a De Gregori, da Lucio Dalla a Modugno. Ma questa voce, semplice e folk, mi ha colpita per la sua semplicità. La canzone di chi prende e va via, di chi prende e viaggia da solo per non perdersi e ricominciare.
Prendi le valigie di cartone
vai sul treno di emigranti
vai sul treno siamo tanti
e mettici dentro il pane buono
che ti serve per avere
dentro il cuore il tuo paese
metti bene dentro al portafoglio
quella foto di tuo figlio
quello lì nato da poco
Pro-vita. Ma di chi? Di Elena Esposto
No, l’aborto non è la prima causa di femminicidio.
Nada, in questa canzone, canta parole piccole per ore infinite di dolore, dolore consumato nel silenzio dei muri di casa. La violenza contro le donne, la violenza senza voce. La morte.
Lei l’han trovata
con una mano
sulla porta
e una sul cuore
sul cuore che si è spaccato
quando l’ha colpita
perché
nessuno
l’ha fermato?
La matita di Enrico Natoli
It’s the good advice that you just didn’t take