Un film di una donna su una donna
di Irene Merli
MONTPARNASSE – FEMMINILE SINGOLARE, di Léonor Serraille, con Laetitia Dosch, Souleymane Seye, Ndiaye, Gregoire Monsaingeon, Marie Remond, Julie Guio, Leonie Simaga, Natalie Richard, Erika Sai te, Lila- Rose Gilberti, Aufrey Bonnet. Premio Camera d’or Cannes 2017. Nelle sale
Tutto inizia con un colpo in testa. Paula, 31 anni, lunghi capelli rossi e occhi di due colori diversi, sta urlando davanti alla porta del suo ex.
Grida, scalcia, sbatte i pugni contro quell’uscio chiuso, ma Josquim, dopo dieci anni insieme in Messico, non vuole più saperne di lei.
Così Paula all’improvviso si ritrova per strada, senza amici né un mestiere.
Nemmeno la sua famiglia la vuole aiutare:il mondo le è completamente crollato intorno. E con il gatto di lui sottobraccio, inizia a vagare in una Parigi gelida e inospitale, una città “che non ama la gente”. Come le dice con durezza la madre, lei non ha mai fatto niente e ha saputo solo scappare.
Ora invece improvvisa con i mezzi che ha, un’incrollabile curiosità per gli altri e un’emotività debordante.
Da spirito libero, fa il suo apprendistato alla vita adulta attraverso una miriade di incontri, le tante porte sbattute in faccia e le poche aperte.
Ad aiutarla sono infatti dei benefattori per caso: una coetanea incontrata in metrò che la scambia per un’ex compagna di classe e la ospita a spot, una madre di famiglia snob e bo-no (bourgeois- bohémien), che al telefono la crede una diciottenne e la assume come baby sitter senza neppure conoscerla, un gigante nero che fa il bodyguard nel centro commerciale dove troverà il secondo lavoro, che invece la accetta per come è.
Ma l’originalità del film di debutto di Leonor Serraille – oltre allo script curatissimo- é che Paula, all’inizio difficile da sopportare e ma poi più facile da amare, non ricomincia da capo realizzando un’ascensione sociale.
Al contrario troverà il suo equilibrio in un “declassamento” accolto di buon grado e con allegria.
Tanto che neppure il ritorno dell’ex le farà abbandonare il suo lavoro al centro commerciale e la sua nuova vita.
“Non so perché, ma ho la sensazione che tu mi abbia buttato nel cesto della biancheria sporca e ora mi venga a ripescare”, gli dice, respingendo uno sprezzante, violento tentativo di riconquista.
Montparnasse- Femminile Singolare è quindi la storia della sopravvivenza in un difficile milieu urbano, l’aristocratica Parigi. Perché anche in una grande capitale occidentale se ci si ritrova senza soldi, ruolo e amici non é tanto diverso che a Caracas.
E l’opera prima della Serraille, ex allieva della celebre Femis proprio di Parigi, é un film di una libertà sorprendente, che sceglie di non parlare di una perdizione, come avviene spesso, ma di una rinascita sui generis.
Paula all’inizio non è più una ragazza ma non ancora una donna: lo diventerà poco a poco, in modo alternativo, bizzarro, altamente personale. Non per nulla il titolo originale del film è Jeune femme, assai più azzeccato di quello italiano.
La regia è misurata ed essenziale, senza fronzoli né alcun voyeurismo, e senza nessuna sbavatura da principiante.
E’ lo sguardo di una donna su un’altra donna, interpretata da Laetitia Dotsch in modo magistrale.
Considerando anche che quasi tutto il film è sulle sue spalle: a partire dai continui primi piani, che diminuiscono mano a mano che Paula si apre agli altri e trova lungo il suo cammino qualcuno che la aiuta come può. No, non ci dimenticheremo facilmente di questa giovane, straordinaria donna….