Profughi, siriani. In fretta e furia

Cristiana (il nome è ovviamente di fantasia) ha ospitato dei profughi siriani nella sua casa. I loro racconti e testimonianze sul viaggio dala Siria fino in Italia l’hanno sconvolta. Una sera i suoi ospiti han deciso di partire, pagando un passatore. Cristiana ha scritto le emozioni di quella notte. Sono da leggere e condividere.

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In merito ai miei amici che ieri in fretta e furia hanno deciso di partire in auto per (l’ignoto) invece che in treno (con me fino a Bolzano) si è aggiunto un particolare che io definirei quanto meno inquietante.

28 ottobre 2013 – Il contatto era “siriano”, a detta anche dei miei ospiti….. tuttavia i miei ospiti non hanno gli strumenti per riconoscere una cozza da un’ostrica (e questo non per lo stordimento o la paura… ma proprio perchè non ci arrivano). All’ultimo parlando ha tirato fuori la sorpresina il siriano, come l’uovo Kinder… quella più amara, quella che per me era troppo.

E noi chi ci conosce un po’ non siamo esattamente razzisti e tantomento abbiamo pregiudizi. Sono subentrati due rumeni che sono saliti l’uno al posto di guida e l’altro al posto del co-pilota su una macchina di targa rumena e modello che nessuno di noi è riuscito a identificare.[blockquote align=”none”]Era notte abbiamo fatto un po’ di casino …. gli addii sono stati rumorosi e fragorosi, i pianti gli abbracci i capricci della piccola, che non è mai stata piccola e a questo punto tempo non lo sarà mai.[/blockquote]

 

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Sono arrivate due pattuglie dei Carabinieri hanno guardato i signori rumeni e hanno detto: “No no non sono loro” . Io ho guardato smarrita, molto smarrita, gli uomini della nostra famiglia, mio marito, il papà siriano e lo zio, abbiamo incrociati rapidi sguardi di omertosa intesa. I Carabinieri mi hanno chiesto: “Signora tutto a posto?”, allora io ho cercato ancora nel buio della mia vita e nel buio della mia disperazione e impotenza e inadeguatezza ho cercato gli occhi di mio marito e degli altri due ma non c’era tempo ho detto: “Si capo, tranquillo, tutto a posto. Sono venuti i nostri parenti a festeggiare la ‘Aid, sai la ‘Aid no? Adesso partono, ci stiamo salutando, ci rivedremo presto, scusa abbiamo fatto un po’ di rumore”.

Anche alla pattuglia successiva di Carabinieri ho mentito. Loro in effetti cercavano un ladruncolo di cellulari. Allora dato che mi è venuta alquanto la faccia tosta ho detto: “Ma dai capo, strano…. quando succede qualcosa di grave cavoli chiamiamo chiamiamo e non arriva mai nessuno e adesso per un paio di cellulari rubati si scatena ‘sto Quarantotto, nelle nostre strade non beh non è mica il circuito di Monza… andate piano sia quando andate nella direzione giusta sia in contro mano”.

[blockquote align=”none”]Quanta vergogna quanta paura, quanti sbagli. Che orrore. Una volta che l’automobile dall’intrigante marca e colore verde marcio ha girato l’angolo e sempre i due romeni davanti e i miei 4 amici stipati dietro (Ahmed dolorante, Marwane taglia 52, la bimba con un vaso e una ventina di rose rosse dentro e il cicciobello e la giovane Nagham magrissima che tremava dalla paura…. ma se il biglietto è costato 1.000 euro cad. perchè sono partiti più stipati e tremanti che le galline in una stia?) HO PIANTO, PRIMA NON AVEVO OSATO.[/blockquote]

Allora sono tornata dal Signore sedicente siriano e ho fatto ancora la dura, che con tanto allenamento mi riesce alquanto bene, e gli ho detto: “Senta, se succede qualcosa alla bambina e alla ragazza, io a la vengo a cercare. Io i due rumeni non li ho visti. Io vengo a cercare lei… ti tengo visto, ricordati”. Il Gentleman sedicente siriano che parlava italiano, ma davvero in modo strano, ha detto delle stupidaggini inaudite, ma in quel momento il mio talento identificatore di disperati si era spento, chiuso. Anche mio marito ha urlato. Eravano storditi impauriti e nervosi.

Questa notte nessuno ha chiamato….. come si dice: niente nuove, buone nuove?

A casa è rimasto un bordello…. per fortuna ho avuto l’accortezza di mandare mia figlia piccola (anche lei sta crescendo troppo in fretta, e siccome è sicuramente l’ultima, davvero vorrei che rimanesse della sua età il più a lungo possibile) a dormire dalla sua amichetta del cuore. una volta a letto ho detto a mio marito: “Adesso hai capito perche ho chiesto ai nostri amici di tenere questa notte la piccola a dormire…. sapevo che tutto questo poteva succedere e sinceramente mi sembrava uno spettacolo davvero ….. davvero troppo”.

Quindi la casa è vuota, c’è ancora l’odore delle sardine fritte (ne sono avanzate un chilo, ieri, non so come mai, nella nostra “Ultima Cena” si aveva tutti lo stomaco un po’ chiuso).

Dappertutto ci sono foglie e petali di rose, poi sulla lavagnetta giocattolo di mia figlia, che si trova in cucina, vedo questa mattina la scritta:”Lalllah illa Allah wa Mohammed rasul allah” cerco di capire chi l’ha scritta. Mi manca, mi sembra una scrittura maschile. Quando sarà cancellata la scritta, se ne andrà l’odore di pesce fritto e il gonfiore dei miei occhi (ieri sera non ho versato neanche una lacrima, peraltro mi si era svuotato il serbatoio durante la giornata…).

Nessuno di noi a casa dimenticherà mai questa settimana di convivenza, questo addio… questi amici meravigliosi … adesso abbiamo più amici, siamo stati famiglia abbiamo dato un tetto, colazioni e pranzi e cene a 5 stelle, docce e bagni caldi, giochi, vestiti, lavatrice e asciugatrice, lavastoviglie in funzione 24/24 h. Riscaldamento sparato al massimo (andavano sempre tutti regolarmente a piedi nudi, e quando dovevano uscire, sui piedi nudi si infilavano le ciabatte da doccia e via, esattamente come se fossero stati a Damasco, o ad Alessandria d’Egitto chissà quando arriveranno le rispettive bollette gas-luce cosa ci inventeremo per pagare).

[blockquote align=”none”]Ho detto alla piccola Sidra: Se qui piove probabilmente dove vai tu cade la neve… in Germania fa tanto freddo e in Svezia (s e c i a r r i v i) si gela, ma poi vengo a trovarvi cosi conosco anche la mamma, i tuoi fratellini (che per ora sono in Egitto) e stiamo un po’ insieme, oppure tornate voi da noi quando ci sono un po’ di vacanze.[/blockquote]

E la piccola che non è mai stata piccola nè mai lo sarà mi ha detto con quel suo sorriso a 32 denti: “Ma dai, zia Cristina, lo so della neve e poi la Germania, si trova vicino alla Libia, no?”. Ma forse intendeva dire l’Austria, che nella sua lingua si chiama Nimsa…

Questo è quanto. Per qualche giorno non fatemi nessun tipo di domanda. Che ho sbagliato tutto, lo so già da me, che sono pure stata connivente codarda e ho mentito alle nostre “Forze dell’Ordine” me lo ricordo bene.

Ho sempre quei pacchi da portare nei centri (ma Don Giuliano Pisapia! Non aveva detto che ovvio nei centri i Cittadini e le Cittadine provenienti dalla Siria potevano essere alloggiati nei due Centri per 3 giorni? Mi sembra che siano passati, se non erro, eh?). I pacchi li ho fatti ieri mattina con i miei ospiti, quindi hanno le etichette scritte in arabo, e poi i capi e i giochi sono stati selezionati da un’Equipe direi con un “Bilancio di Competenze” perfetto.

Forse non lo sapevate, io purtroppo si, e non me ne vanto di saperlo da trent’anni:

Non siamo mai sulla stessa barca… ce ne sono due, forse anche tre. La nostra è tutto ok, la loro sempre in procinto di naufragare.

Buona giornata, Cristiana

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Le ultime notizie che abbiamo dicono che i 4 ospiti sono arrivati dove volevano arrivare e hanno trovato una sistemazione precaria.

 



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