[author] [author_image timthumb=’on’]https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn2/208826_10151525732097904_583330344_n.jpg[/author_image] [author_info]Leonardo Brogioni, fotografo, fondatore di Polifemo. Per QCodeMag autore della rubrica HarryPopper[/author_info] [/author]
Marissa Mayer è una donna della quale il 90% degli uomini avrebbe paura, perché bella, mamma, giovane e contemporaneamente manager di successo (Yahoo CEO, cioè amministratore delegato di una delle aziende più celebri e solide del mondo).
La ragazza ha usato parole forti durante un evento organizzato nel maggio 2013 per presentare le novità di Flickr (nota piattaforma di photo sharing di proprietà Yahoo), dichiarando che oggi non ci sono più fotografi professionisti ma che tutti sono fotografi professionisti grazie alla straordinaria diffusione delle fotocamere (qui la citazione originale in inglese). La frase è stata estrapolata da un contesto in cui il riferimento era l’alto livello qualitativo (“professionale”) dei nuovi servizi di Flickr. La Mayer lo ha successivamente precisato e comunque si è scusata per l’ambiguità della frase (il tutto su Twitter), ma è riuscita ad aumentare la percentuale di persone da lei intimorite perché fortunatamente si contano numerose donne tra i fotografi professionisti. Questi ultimi oggi si sentono minacciati dal fatto che belle foto si trovano online, dappertutto e gratuitamente, figuriamoci se qualcuno in prima linea getta benzina sul fuoco (d’altronde anche i fornai insorgerebbero se un bel giorno si trovasse pane gratis un po’ ovunque).
In molti hanno voluto definire chi è il fotografo professionista e quali sono i motivi per cui avvalersene, a dimostrazione dell’utilità e dell’impossibilità di estinzione della specie. La provocazione di Marissa ha avuto quindi un effetto promozionale straordinario. Tutti adesso conosciamo le offerte di Flickr, la potenza di Yahoo e il valore di una manager che già si era fatta notare per la sua avversione al telelavoro e l’acquisizione di Tumblr. Ovviamente l’avvenente streghetta del marketing sa benissimo che ci sarà sempre bisogno di un professionista capace di soddisfare le esigenza della committenza raggiungendo un risultato iconografico efficace, in tempi brevi, rispettoso di protagonisti e destinatari delle fotografie, magari attraverso una narrazione per immagini realizzata con stile personale. Ed è consapevole che da tempo i fotografi professionisti convivono con il sempre più alto numero di dilettanti. A questi ultimi si rivolge la Mayer, offrendo una vetrina per la gratificazione pubblica di un target sempre più ampio e facile da colpire. Per il quale la parola d’ordine è “condivisione”, termine che taluni operatori del settore interpretano spesso e volentieri come possibilità di utilizzo gratuito di un prodotto che in passato si poteva ottenere solo a caro prezzo.
Proprio per questo, in tale panorama ancora più delicata diventerà l’attività degli operatori dell’immagine (fotografi, art director o ricercatori iconografici che siano). Il loro compito è quello di procurare foto “utili”, ma non sempre in tempi brevi, non necessariamente legate ad una narrazione e quindi talvolta derivanti dall’operato di fotografi dilettanti. A questo lavoro dovranno dunque affiancare un impegno vigile per l’uso corretto e responsabile delle immagini, seguendo precise regole etico-deontologiche che rispettino gli autori, i soggetti ripresi e il pubblico. La facilità di reperimento delle fotografie non dovrà indurre nella tentazione di un loro impiego approssimativo o fraudolento e quindi dannoso per tutti: usare professionalmente il prodotto di un dilettante deve essere motivo per fare maggiore attenzione e non viceversa.
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