Jihad style

La comunicazione al tempo della guerra santa. Articolo tratto da Battgirl.info, sito personale di Laura Silvia Battaglia

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/08/laurasilviabattaglia.jpg[/author_image] [author_info]di Laura Silvia Battaglia, @battgirl74 – 1974, giornalista professionista freelance e documentarista, è nata a Catania e vive tra Milano e Sanaa (Yemen). Corrisponde da Sanaa per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese “Transterra media”, e per gli americani “The Fair Observer” e “Guernica magazine”. Per i media italiani, collabora stabilmente con quotidiani di carta stampata  (Avvenire, La Stampa), network radiofonici (Radio Tre Mondo, Radio Svizzera italiana, Radio Popolare, Radio In Blu, Oltreradio), televisione (Rai Tre Agenda del mondo, Rainews24), magazine (D Repubblica delle Donne, Popoli, Lookout, Longitude#33, East), agenzie (Redattore Sociale), siti web (Tgcom, Lettera43, QCodemag). Ha iniziato a lavorare nel 1998 per il quotidiano “La Sicilia” di Catania. Dal 2007 si dedica al reportage in zone di conflitto (Libano, Israele e Palestina, Gaza, Afghanistan, Kosovo, Egitto, Tunisia, Libia, Iraq, Iran, Yemen, confini siriani). Ha girato, autoprodotto e venduto cinque video documentari. Il primo, “Maria Grazia Cutuli. Il prezzo della verità”, ha vinto il premio “Giancarlo Siani” 2010. Nel 2013 ha vinto i premi “Giornalista del Mediterraneo” e “Maria Grazia Cutuli”. Dal 2007 insegna al Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.[/author_info] [/author]

20 giugno 2014 – Chissà se Quentin l’avrebbe mai sospettato, che il suo stile avrebbe fatto scuola anche fra i nuovi conquistatori del Mashrek, i propagandisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Se guardasse la serie dei video “Clanging of the swords”, dal primo all’apoteosi del quarto, non avrebbe più dubbi.

Sul sito JustPast ne potrebbe trovare a bizzeffe ma c’è una notevole differenza tra i primi tentativi e l’ultimo. La regia è davvero superlativa, i device sono high quality and pro e lo splatter da grand guignol ha lasciato spazio a un umorismo nero che emerge dai continui richiami alla shahada, la professione di fede. Senza contare che il movie in questione è stato sfornato da una vera e propria casa di produzione, al-Furqan media.

Guardatelo qui, sul sito Jihadology, che raccoglie per tutti gli analisti sul tema del jihad, i migliori documenti da tutto il mondo.

Il video si apre con la solita mappa della terra in tre D, tipica di tutti i movie religiosi che spiegano i pilastri della sunna, la nascita dell’universo, la presenza di Dio nel mondo. Prosegue con l’elaborazione in tre D di immagini satellitari e poi inizia a mostrarci tecnicamente il meglio: una sequenza realizzata da elicottero, girata in GoPro Hero, per mostrare la conquista di Falluja, benedetta da Allah.

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La GoPro viene utilizzata in tutte le riprese di azione violenta, alternata con un’altra camera professionale. E la narrazione vuole mostrare nel più breve tempo possibile quanti supposti civili (in realtà soldati dell’esercito regolare iracheno che si erano travestiti da civili per fuggire) siano stati crivellati di colpi dai miliziani di Isil, in inseguimenti stradali consecutivi e in uno stile che ricorda il meglio di Tarantino ma che stuzzica la prima familiarità del pubblico con tutti i videogiochi di guerra, in particolare con “Call of Duty”.

Un prodotto di questo genere è un grandissimo colpo ben sferrato dalla propaganda di Isil e conferma quanto già noto prima. Guardando gli altri movie/video messaggi di Islamic State of Iraq and al-Shams, dai titoli da saga Game of Thrones in salsa islamica (Messages, from the land of Epic Battles #22, But who is better than God in Judgement, e He named you Muslims) e le dichiarazioni di Sheik Abu Waheeb – uno degli ufficiali di Isil e spokesman di nazionalità kosovara come molti altri combattenti stranieri in Siria e Iraq, che lancia la fitna “Noi conquisteremo Gerusalemme, distruggeremo gli eredi di Isacco, ci prenderemo Roma e la Spagna ritornerà nostra” – una cosa è drammaticamente chiara.

Che la guerra in Jugoslavia, l’11 settembre, le guerre del Golfo, l’occupazione dell’Afghanistan, i droni in Pakistan e Yemen, hanno generato dei mostri a troppe teste. Serpi in seno allo stesso Occidente che, totalmente ignoranti di millenni di storia in Medio Oriente, prima che azzerare i cristiani e gli sciiti, stanno azzerando i sunniti stessi e trasformando per paura, per necessità, per ignoranza, centinaia di persone pacifiche in vittime della loro stessa fede alterata ed estremizzata, carnefici di altri musulmani prima che degli infedeli. Come? Con in una mano il Corano, con l’altra l’AK47 e addosso la GoPro Hero. La Tarantino Style Jihad è appena iniziata. Buona visione.

 

 

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