“Ne ho abbastanza di questi palestinesi. Credo che il mondo in generale si sia stufato di loro, in realtà. Si sono spinti troppo oltre nella demonizzazione degli israeliani, e devono essere fermati”.
Orwell, 1984. Palestina, oggi.
di Sam Bahour*, tratto da Osservatorio Iraq
27 giugno 2014 – Ne ho abbastanza di questi palestinesi. Credo che il mondo, in generale, si sia stufato di loro. Devono essere fermati. La comunità internazionale deve agire immediatamente prima che sia troppo tardi e Israele venga cancellato dalle mappe, e una seconda tragedia dalle proporzioni storiche si abbatta sulla popolazione ebraica.
Tanto per cominciare, i palestinesi sono arrivati via terra, mare e aria in Israele, e hanno causato la dispersione e la fuga di oltre metà della popolazione israeliana, nel 1948. Provate a immaginare: migliaia di persone divenute profughe, costrette a vivere ancora oggi, dopo 66 anni, in squallidi campi situati spesso solo a poche ore di distanza dalla loro terra natia.
Nonostante i tentativi di combattere per il loro diritto al ritorno alle loro case, i rifugiati israeliani sono stati “irragionevolmente ragionevoli” accettando il proprio destino, e continuano pazientemente ad attendere il giorno in cui potranno tornare a casa, in Israele.
Questa tragedia umana è stata causata dai palestinesi, che continuano ancora oggi ad opprimere i cittadini ebrei di Israele con l’uso della forza e misure economiche che li strangolano, nel tentativo di incoraggiarli ad emigrare altrove, volontariamente.
I palestinesi sono gente violenta. Ogni singolo diplomato palestinese è costretto infatti alla leva obbligatoria: tre anni di servizio per i maschi e due per le femmine. Durante questo periodo, ad ogni cittadino palestinese vengono insegnati metodi di combattimento, e l’uso delle armi.
Molti palestinesi si vantano di come hanno brutalizzato gli ebrei israeliani durante il proprio servizio militare; alcuni hanno addirittura postato foto sui loro profili Facebook di loro insieme agli israeliani bendati che hanno fatto prigionieri.
I palestinesi rendono miserabile la vita degli israeliani. Hanno eretto checkpoint militari intorno e dentro le maggiori città israeliane: Tel Aviv, Haifa, Eilat. I soldati palestinesi fermano qualsiasi macchina israeliana, a volte anche per ore, lasciando le persone in attesa.
Quando un israeliano vuole lasciare Israele, deve necessariamente ottenere il permesso delle autorità palestinesi. E se un israeliano finisce sulle liste nere dei palestinesi, beh la possibilità che esca dal paese diventano nulle.
Immaginate di non avere la possibilità di viaggiare, di lasciare il vostro paese, o di poter uscire, ma non di poter tornare…
Anche quando un israeliano vuole viaggiare da una città all’altra, in Israele, incontra uno dei tanti checkpoint eretti dai palestinesi, che assomigliano alla frontiera tra Stati Uniti e Canada, con una sola differenza: il processo per passare oltre è umiliante, ed è più simile a quello del bestiame spinto dentro una gabbia che non a quello di viaggiatori che devono passare per una stazione.
Israele avrebbe grandi potenzialità per essere un centro economico turistico e commerciale, ma i palestinesi bloccano le sue capacità di sviluppo in ogni modo possibile (…).
Immaginate anche che questi palestinesi si rifiutano di liberare lo spazio aereo sopra Tel Aviv per gli israeliani! E ancora peggio: gli israeliani hanno trovato un vasto giacimento di gas in acque israeliane, nel mare di Tel Aviv, e i palestinesi si rifiutano di firmare il permesso per i palestinesi all’estrazione. E anche i pescatori israeliani sono quotidianamente colpiti quando pescano nel Mediterraneo.
E come se tutto questo non fosse abbastanza, negli ultimi 47 anni i palestinesi hanno lentamente fatto trasferire i propri cittadini nelle colline che circondano le città israeliane. Le colline vengono prima confiscate con la forza, poi Arafat prima e oggi Abbas, manda le forze di sicurezza palestinesi a proteggere la terra confiscata.
Una volta pronta, i palestinesi investono un mucchio di soldi che i donatori gli hanno fatto ricevere non certo per costruire scuole o sistemi di sanità migliori..no! Per costruire case e abitazioni dentro queste enclaves militari intorno alle città israeliane, per poi spingere i cittadini di Ramallah e Hebron a spostarsi a Tel Aviv o in altre città.
Questo non è solo contrario al diritto internazionale, ma sfida addirittura il buon senso. Come possono i palestinesi insistere a dire di volere la pace con gli israeliani quando continuano a rubare sempre più terra spingendo la popolazione a migrare?
Credete che non possa andare peggio di così? Beh, vi sbagliate.
Fino ad oggi i palestinesi hanno rapito oltre 5mila israeliani dalle loro stesse case, di cui 200 sono bambini che hanno meno di 18 anni, e li hanno chiusi dentro le loro carceri. Carceri controllate dai palestinesi e costruite in territorio palestinese, sia in Cisgiordania che a Gaza.
Quando una madre israeliana vuole andare a visitare il figlio detenuto, ad esempio, deve ottenere il permesso dalle forze di sicurezza palestinesi. Centinaia di questi 5mila prigionieri sono stati arrestati senza accusa: i palestinesi chiamano questo sistema “detenzione amministrativa”.
Potreste pensare che il mondo condanni queste pratiche: eppure sono decenni che vanno avanti, e non è mai successo niente. Ecco perché è arrivato il momento che questi palestinesi vengano fermati, una volta e per tutte.
Gli israeliani non possono pensare di vivere così per sempre. Qualcosa deve essere fatto immediatamente per fermare questi palestinesi e renderli responsabili delle atrocità che commettono ogni giorno contro l’umanità. Gli israeliani sono persone pacifiche e amorevoli. Vengono da una religione che resta uno dei pilastri della giustizia sociale. Quello che viene fatto loro va al di là dell’immaginabile.
Ecco perché la società civile israeliana ha fatto appello al mondo perché si disinvesta dalla Palestina.
Gli israeliani di ogni appartenenza politica cercano di raccontare cosa accade, e di convincere altri ebrei a boicottare la Palestina, come fu fatto con successo verso il regime razzista di Apartheid in Sud Africa.
Gli ebrei stanno puntando tutto sul fatto di essere sempre stati dalla parte giusta della storia, così come fece il movimento per i diritti civili in America. Stanno chiedendo al mondo di agire per fermare la Palestina, prima che sia troppo tardi.
È arrivato il momento di boicottare la Palestina, disinvestire dalla Palestina, applicare serie sanzioni alla Palestina, finché non sarà rimosso il regime di occupazione militare che sta mettendo in ginocchio gli israeliani.
Ora, per far funzionare questo pezzo semplicemente invertite “Israele/israeliani” con “Palestina/palestinesi”.
*Sam Bahour è un consulente economico palestinese e lavora a Ramallah. Ha scritto questo post ispirandosi al romanzo di Orwell “1984”. Questo è il suo blog. La traduzione in italiano è a cura di Cecilia Dalla Negra.
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