La rubrica Lessico, questa settimana, è dedicata alla parola Kurdistan. Il popolo senza confini, chiamato terrorista per anni, cui oggi tutti chiedono aiuto per lottare contro l’IS
a cura di Christian Elia
@eliachr
23 settembre 2014 – A cavallo tra Siria, Iraq, Iran e Turchia c’è il paese che non c’è. Il Kurdistan, con la sua bandiera, la sua lingua, la sua cultura, è stato per anni un incubo per i governi che hanno minoranze curde al loro interno.
La lotta più cruenta, assieme alla repressione di Saddam e di Assad, riguarda il conflitto in Turchia, dove l’esercito e i miliziani curdi del Pkk si combattono da anni. Oggi, dopo anni nei quali i curdi sono stati considerati terroristi, tutto il mondo invoca il loro aiuto per fermare le armate di IS.
Lessico è dedicato al Kurdistan, con un mio reportage, Il fronte settentrionale, del 2009, assieme al fotografo Naoki Tomasini, sui monti Qandil, tra i miliziani del PKK e del PJAK, curdi iraniani, che lottano contro Teheran. Il film Ai confini del paradiso, di Fatih Akin, racconta l’adesione alla lotta di una studentessa in fuga dalla repressione dello stato turco, mentre il documentario Primavera in Kurdistan di Stefano Savona narra la difficoltà della diaspora curda, legata alla sua identità al punto da tornare a combattere dalla Germania.
Ancora Kurden People, graphic novel di Marina Girardi, che da Patrasso racconta l’odissea della diaspora curda in fuga dalla repressione, un cd per commemorare le vittime civili curde dell’eccidio di Roboski, del 2011, da parte dell’esercito turco, infine il libro Kurdistan – Storia di un popolo in lotta, di Namo Aziz, con uno scritto di Ocalan, leader curdo in carcere. Buona lettura.
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