In esclusiva su Q Code il primo di tre capitoli tratti dal romanzo “Che ti sia lieve la terra”
[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2014/12/camilla.jpg[/author_image] [author_info]di Camilla de Concini Ho appena pubblicato il mio primo romanzo: “Che ti sia lieve la terra”, nato in Libano nel 2010 mentre lavoravo come cooperante nei campi palestinesi e scrivevo per la rivista on line Bekhsoos- arab queer magazine.Cresciuto durante un lungo viaggio in macchina che da Bologna mi ha portato a Beirut attraverso, i Balcani, la Turchia e la Siria, questa storia ha preso forma al mio rientro a Bologna con la collaborazione dell’editor Chiara Piovan.[/author_info] [/author]
Dal romanzo “Che ti sia lieve la terra” (2014)
(leggi qui la presentazione pubblicata nei giorni scorsi)
13 dicembre 2014
Abitavano a Hamra, un quartiere un po’ caotico ma molto affascinante, pieno di gente di tutti i tipi che passeggiava sulla strada principale entrando e uscendo dalle migliaia di negozi di abbigliamento allineati in fila uno accanto all’altro. Olivia notò subito che in strada c’erano moltissimi bambini, chissà perché non ci aveva mai fatto caso prima. Cosa facevano in giro soli per la strada? A Bologna, le rare volte che mamma le aveva permesso di spostarsi in città per conto suo, aveva attirato su di sé molti sguardi curiosi e poi commenti, domande fastidiose: «Dove vai tutta sola?» «Dov’è la tua mamma?» «A certa gente bisognerebbe mandargli a casa gli assistenti sociali.» Lei di solito accelerava il passo, non rispondeva e si faceva i fatti suoi. Una volta l’avevano scambiata per una bambina di strada e qualcuno le aveva addirittura fatto scivolare una moneta in mano. Come si era vergognata.
A Beirut invece i bambini si mischiavano alla folla e sembravano a proprio agio immersi nel flusso dei passanti. Nessuno sembrava farci caso. Li osservò per un po’ dal portone incerta sul da farsi, poi prese coraggio e decise di imitarli, si diresse verso destra senza una meta precisa.
Arrivò davanti a una vetrina piena di frutti maturi ammonticchiati gli uni sugli altri e vide un uomo uscire dal negozio con un bicchiere di plastica pieno di un cremoso liquido verde. Aveva sete, ma non aveva un soldo in tasca e allora rimase davanti all’entrata a guardare.
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Il negozio era vuoto e il venditore che stava dietro al bancone uscì in strada a fumarsi una sigaretta:
– Che fai, non entri a berti un succo? Qui da me c’è solo frutta fresca, la migliore della città. – Olivia si guardò intorno perplessa, le risuonavano ancora in testa le parole di sua madre Non fermarti a parlare con nessuno.
– Dico a te ragazzina.
Non fidarti di quelli che non conosci, e soprattutto non accettare niente da loro.
– Poverina deve essere sorda, o forse ha perso la lingua? Non ti andrebbe un bel succo di avocado?
– Mi andrebbe sì, – rispose Olivia incerta – ma…
– Ho capito, sei uscita di casa senza soldi – Olivia si vergognò e rimase in silenzio.
– Abiti qui vicino?
– Nella strada qua accanto mi sono appena trasferita dai miei zii.
– Ah, tu devi essere la piccola italiana, come stanno gli zii?
– Stanno bene.
– E la bella Rima? È da tanto che non viene a trovarmi con le sue amiche. – Olivia era sorpresa, quell’uomo sembrava sapere tutto di lei. – Entra, questo te lo offro io, un succo di benvenuto!
Per gentile concessione dell’autrice, Q Code Magazine ospita tre brani tratti dal romanzo“Che ti sia lieve la terra”. Prossimamente usciranno le altre due puntate frutto di questa collaborazione.
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