Riconciliazione

Benazir Bhutto e un libro uscito postumo: condanna del fondamentalismo islamico, ma anche dell’Occidente con la sua politica cinica e scellerata

Cinque giorni prima di morire in un attentato nel dicembre dello scorso anno, Benazir Bhutto, leader dell’opposizione democratica pakistana, consegnò al suo agente letterario Riconciliazione. L’Islam, la democrazia, l’Occidente, libro che ora esce in Italia (Bompiani, pp.442, euro 20).

Quella che doveva essere un’analisi che avrebbe accompagnato Benazir Bhutto nella sua attività di governo del Pakistan e nella gestione dei precari equilibri politici in cui il Pakistan è coinvolto si è trasformata in un testamento politico.

 

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E Benazir Bhutto – cui la dittatura militare pakistana aveva già sottratto il padre e il fratello, e che era stata costretta alla detenzione prima e all’esilio dalla sua terra poi – dimostra in questa sua ultima testimonianza, ancora una volta, tutto il suo coraggio, condannando “aspramente non solo il fondamentalismo islamico, ma anche l’Occidente, e gli Stati Uniti in particolare, per aver condotto negli anni una politica cinica e scellerata che li ha portati a sostenere gli stessi fondamentalisti islamici e la dittatura militare del generale Zia, in funzione antisovietica”. Ma da queste pagine emerge anche la visione che una riconciliazione è possibile.

E forse è proprio questa fede incrollabile che l’ha condotta, con assoluta consapevolezza, al sacrificio della propria vita. Di Benazir Bhutto, la Bompiani editerà anche un’autobiografia, Figlia del destino, di prossima pubblicazione.



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