Web: Italia 2.0

Lo sappiamo, una larga fetta della popolazione italiana non usa Internet ed anche tra chi invece utilizza la Rete vi è un ampio divario in termini di frequenza con poco più di 14 milioni di italiani che navigano quotidianamente.

[author] [author_image timthumb=’on’]http://www.festivaldelgiornalismo.com/pictures/user/small/0/168_s86Jq.jpg[/author_image] [author_info]Pier Luca Santoro è un esperto di marketing, comunicazione & sales intelligence. Attualmente collabora con l’European Journalism Observatory, centro studi non profit dell’Università della Svizzera italiana. [/author_info] [/author]

Da Il Giornalaio

Si tratta di un numero di persone che comunque, anche se inferiore a quello in altre nazioni “evolute”, è di assoluto interesse e che può essere contatta, ingaggiata con quello che viene riassunto nella definizione di digital marketing.

Italia 2.0 è una ricerca condotta da Duepuntozero Research dal 2009 su un campione di 3.000 interviste annue su 2 wave semestrali, di cui l’ultima è stata effettuata a marzo 2013.  Fornisce un enorme numero di stimoli e insight su comportamenti, atteggiamenti e desiderata degli utenti Internet in Italia, rispetto alla presenza e alle iniziative dei brand in ambito Social Media. Nello specifico, approfondisce il rapporto tra utente-web-marche intervistando un campione di 1.500 casi a wave, rappresentativo degli utenti internet italiani, segmentabile per variabili socio-demografiche, di responsabilità negli acquisti e interesse per diverse categorie merceologiche.  I risultati dell’indagine di marzo ed il confronto con quelle dei due semestri precedenti sono stati resi disponibili di recente.

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Si conferma come la navigazione avvenga sempre di più da dispositivi mobili. Informazione, multimedialità e storytelling sono i fattori del successo online. Per gli utenti non è importante il singolo post trovato, ma l’opinione viene formata da un insieme di fattori in grado di far emergere gli orientamenti dell’intera community.

 

Al di là degli aspetti quantitativi, per i quali si rimanda alla visione della presentazione sotto riportata, quello che mi appare di maggior interesse e la classificazione dei “Social Consumers”. I ricercatori infatti identificano 5 profili con differenti attese e volontà di relazione con le attività di comunicazione social media delle aziende:

• Social Fun (33%): il brand come meeting point

• Brand Peer (21%): il brand come interlocutore

• Practical (17%): il brand come supporto

• Egomaniac (15%): il brand come trampolino

• Emotional (14%): il brand come stimolo

Come sintetizza Federico Capeci, fondatore di Duepuntozero DOXA, l’American Marketing Association sta trasformando e rivedendo la definizione di marketing: TO MARKET > MARKETING TO > MARKETING WITH. Il marketing digitale pone il consumatore al centro come risorsa endogena al processo di creazione del valore. Si abbandona il “tell and sell” del marketing tradizionale e si utilizza un approccio “experience & engagement”.

I processi chiave e gli strumenti del marketing digitale sono ben fotografati dalla mappa realizzata da Gartner che è progettata per identificare le fonti migliori per le specifiche esigenze aziendali al fine di dotarsi di sistemi integrati, che funzionano bene insieme. Buon lavoro.

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