tratto da Redattore sociale
Il «contributo a favore delle Forze di Sicurezza afgane» da 120 milioni di euro assorbe circa la metà degli stanziamenti per «iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione» (Capo IV) previsti nel «decreto missioni» che, dopo l’approvazione alla Camera, attende l’esame in Senato.
Nel disegno di legge – che prevede uno stanziamento complessivo di oltre 871 milioni di euro – sono 68 i milioni destinati a iniziative di cooperazione volte a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati e a sostenere la ricostruzione civile in Afganistan, Repubblica di Guinea, Iraq, Liberia, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Sierra Leone, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Palestina e, per quanto riguarda l’assistenza dei rifugiati, nei Paesi limitrofi.
Questi fondi vanno ad aggiungersi ai 180,46 milioni di euro stanziati per la cooperazione allo sviluppo nella legge di stabilità 2015.
Tra le iniziative di cooperazione allo sviluppo finanziate dal decreto vi sono poi interventi di sminamento umanitario per 1,7 milioni e 1,5 milioni destinati a processi stabilizzazione in paesi in situazione i post conflitto.
Ventitre milioni, circa un decimo degli stanziamenti per interventi di cooperazione allo sviluppo, andranno a finanziare un fondo per il rafforzamento delle misure di sicurezza delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero, anche per «assicurare la sistemazione al personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in servizio in aree di crisi».
A questi si aggiungono 9,2 milioni per «interventi operativi di emergenza e di sicurezza destinati alla tutela dei cittadini e degli interessi italiani all’estero» e 1,4 per «l’invio in missione o in viaggio di servizio di personale del Ministero degli affari esteri in aree di crisi».
700mila euro servono per ricostruire l’ambasciata italiana a Mogadiscio.
10,7 milioni assicureranno la partecipazione dell’Italia a diverse iniziative internazionali. All’articolo 5 il decreto prevede anche «la riduzione della dotazione del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo» per 3,4 milioni che saranno invece destinati al potenziamento delle forze armate italiane. (lj)
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