Around nasce dall’incontro di due grandi passioni: la fotografia e il viaggio.
Ad arricchire i nostri itinerari, alcuni scatti selezionati dal profilo Instagram dell’intervistato.
Good trip!
A Sanremo con Zoe Vincenti
Zoe Vincenti è una fotografa documentarista che vive tra Sanremo e Milano. Dopo il diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera si avvicina alla fotografia da autodidatta. Dopo sette anni di musica come cantante di una band tutta al femminile, dal 2008 inizia a collaborare con diverse testate editoriali nazionali ed internazionali. Viaggia attraverso Messico, India, Europa e Nord Africa, dove il suo lavoro prende forma. È specializzata in ritratto e storytelling, con un interesse più marcato su temi come identità e genere, diritti umani e subculture. Ha esposto a FORMA(Milano) nel 2011 e al Festival ENCONTROS DA IMAGEM (Braga) nel 2012.
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Descrivici Sanremo.
Sanremo è sicuramente una città dalla doppia identità. Dipende da te vivere quella che ti appartiene di più. C’è la parte bassa con i negozi alla moda, il teatro Ariston e lo struscio dei turisti. Poi c’è la Sanremo che ho scelto di vivere io ed è quella che parte dai vicoli della Pigna, l’antico centro storico dove mi sono trasferita due anni fa, e si articola verso gli itinerari del mio istinto. Natura, meraviglia e storia sono gli elementi che mi guidano alla scoperta dei luoghi.
Consigli su cosa vedere in città?
La Pigna, l’antico centro storico.
Il sentiero di San Giovanni, la strada che Italo Calvino percorreva tutti i giorni e che faceva da tramite tra le due anime della città.
Il Mercato Annonario, splendido per chi ama la cucina, il buon cibo, le erbe e i vecchi segreti culinari.
La pista ciclabile, un percorso che va da San Lorenzo al Mare a Ospedaletti lungo circa 24 chilometri.
Le Cisterne costruite nel centro storico come metodo di raccolta dell’acqua a partire dal XVII secolo. Quindi Piazza Cisterna, la Fontanassa di via Romolo Moreno, Piazza Noto.
Quali quartieri visitare per entrare nel mood sanremese?
Sicuramente la Pigna, un luogo magico a metà tra la storia e le nuove forze che cambieranno la città. Ho imparato a conoscerlo insieme agli amici dell’associazione Pigna Mon Amour che si battono per dargli un nuovo volto dal momento che viene etichettato come quartiere “degradato e pericoloso”. La storia e il futuro sono in mezzo a questi vicoli, tra le case una attaccata all’altra, tra le storie della gente che ci vive e che arriva da diverse parti del mondo e dell’Italia. I sanremaschi doc lo snobbanno, ma “La Casbah” si sta trasformando in un cuore pulsante con tanti progetti artistici ed ecologici, culturali e di solidarietà partecipativa.
Passando alla gastronomia, quali sono le specialità da gustare?
La Sardenaira con salsa di pomodoro, capperi e acciughe. È l’antica pizza di Sanremo consigliata per uno spuntino veloce insieme alla Torta verde, con il riso e le verdure di stagione in una sottile sfoglia. La Buridda con i totani, i polipi e i calamari e lo Stoccafisso brandacujun, mantecato con patate e condito con aglio e olio d’oliva di produzione locale. I ravioli di borragine, una varietà selvatica di spinaci o le tradizionali trofie al pesto. Le Trombette, zucchine locali e le erbe aromatiche. Da assaggiare il coniglio con le olive, preparato in umido e innaffiato con il Vermentino.
Un ristorante, un cinema e una libreria.
Per il ristorante, consiglio di cenare da Natale alla Taverna al 29.
Per il cinema sicuramente il Cinema Centrale dove Italo Calvino amava rifugiarsi.
Per la libreria infine, suggerisco Ipazia – Cibi e libri in via Corradi.
Un detto e una curiosità.
Per il detto mi viene in mente a fara a in zenéize i nu basta sète ebrei (a farla ad un genovese, non bastano sette ebrei).
Più che una curiosità direi un ricordo. Sanremo è la città dove visse Italo Calvino insieme alla sua famiglia. I suoi racconti sono pieni di riferimenti autobiografici legati alla vita sanremese: “Sanremo continua a saltar fuori nei miei libri, nei più vari scorci e prospettive, soprattutto vista dall’alto, ed è soprattutto presente in molte delle Città Invisibili”.
Partendo da Sanremo, suggerisci un itinerario da percorrere per godere delle bellezze della provincia.
L’itinerario che consiglio è quello della pista ciclabile che attraversa diversi paesini sulla costa di
Ponente: Ospedaletti – Sanremo – Bussana – Arma di Taggia – S. Stefano a Mare – S. Lorenzo a Mare. È un tragitto alla portata di tutti che si può fare anche a tappe, visitando tutti i centri che percorre.
Veniamo alla tua professione. Quali storie ti piace documentare?
Ho iniziato a raccontare storie partendo da me stessa. Per molto tempo ho lavorato a progetti concettuali sull’identità. Da circa otto anni esploro una dimensione più documentaristica raccontando storie che affrontano anche tematiche di genere, diritti umani e sottoculture. Fin da piccola non ho mai accettato la realtà per come mi veniva raccontata dagli altri. Ho sempre sentito il bisogno di fare luce sulle cose che non mi erano chiare o che mi sembravano inaccettabili. Ecco perchè sono ancora qui a cercare di saperne di più. Prossimamente vorrei lavorare su tematiche ambientali perchè penso che il nostro modo di vivere il Pianeta debba drasticamente cambiare.
Parlaci del tuo ultimo progetto.
Con il mio ultimissimo progetto, appena iniziato, vorrei raccontare la condizione ingiusta e discriminante a cui sono sottoposte le ragazze che concepiscono un figlio al di fuori del matrimonio in Marocco. Queste donne non solo vengono escluse dalla famiglia di appartenenza ma dalla società intera. Non molto diversa sarà la sorte che toccherà ai loro figli costretti a trascorrere una vita da invisibili agli occhi dello Stato e della comunità.
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