Documented

Documented di Jose Antonio Vargas è un documentario in cui l’autore racconta in modo semplice e diretto la propria storia d’emigrato senza documenti negli Stati Uniti. Il film è stato proiettato all’interno di Mondovisioni, una rassegna nella quale vengono presentati una serie di documentari sull’attualità geopolitica ed economica

Che cos’è un giornalista? Si può in qualche modo affermare che è un narratore, in quanto uno dei suoi compiti è proprio quello di raccontare delle storie, in tal caso prese dalla realtà attuale e circostante. E il suo modo di raccontare dovrebbe essere il più possibile diretto ed efficace, ma non necessariamente letterario e autorale.

Una caratteristica che si riflette anche in Documented, un film documentario realizzato dal cronista filippino-statunitense Jose Antonio Vargas, che narra in modo molto scorrevole e senza particolari ambizioni cinematografiche la propria storia d’emigrato senza documenti negli Stati Uniti.

Arrivato in America in modo illegale quando aveva dodici anni, Vargas è riuscito, grazie all’aiuto dei nonni e di alcuni cittadini statunitensi, a laurearsi e a diventare un giornalista affermato e premiato con il Pulitzer. Proprio durante la discussione legislativa su un provvedimento che permetterebbe agli immigrati senza documenti di potersi mettere in regola, il protagonista decide di autodenunciare sul New York Times la propria condizione illegale.

Da qui in poi comincerà una lunga lotta fatta di convegni, incontri e interviste per dare voce a quegli undici milioni di persone senza documenti che non godono della stessa attenzione e della stessa influenza mediatica di Vargas.

Il regista racconta la propria storia affrontando la problematica migratoria sotto molteplici angolazioni: legislativa (la discussione sulla regolarizzazione che vede scontrarsi Repubblicani e Democratici); politica (i confronti del protagonista con persone più conservatrici); intima (il senso di appartenenza a un Paese dal quale si rischia di essere espulsi); familiare (il rapporto con i nonni e la sofferta lontananza dalla madre che non vede da circa vent’anni).

Naturalmente, i rischi di tale operazione sono almeno due: il narcisismo nel rendere se stessi protagonisti e la retorica nelle sequenze più drammatiche ed enfatiche. Rischi che l’autore riesce ad evitare grazie a una narrazione veloce e spigliata, che si concentra maggiormente sul racconto dei fatti che sull’esposizione dei sentimenti.

Evidentemente, il regista sfrutta le proprie doti dialettiche e giornalistiche per realizzare un film diretto e senza fronzoli, apprezzabile per la chiarezza e la scorrevolezza narrativa. È comunque allo stesso tempo innegabile che Vargas sia più interessato ai contenuti che alla forma, in quanto vede il cinema soprattutto come uno strumento per portare avanti la propria battaglia. Alcuni involontari errori tecnici e lo stile televisivo ne sono una lampante dimostrazione. Ma questo, vista l’onestà intellettuale del prodotto e la sua agilità espositiva, alla fine incide poco sul risultato complessivo.

Documented è stato proiettato al Cinema Cappuccini di Genova all’interno di Mondovisioni, una rassegna ideata dalla rivista Internazionale nella quale vengono presentati una serie di documentari su tematiche geopolitiche ed economiche attuali. La manifestazione proseguirà fino al 19 maggio.