di Alice Bellini
«Ogni immagine esteriore corrisponde un’immagine interiore che evoca in noi una realtà molto più vera e profonda di quella vissuta dai nostri sensi. Questo è certamente il senso dei simboli, dei miti e delle leggende: ci aiutano ad andare al di là, a guardare oltre il visibile. Questo è anche il valore di quel capitale di favole e di racconti che uno mette da parte da bambino e a cui ricorre nei momenti duri della vita, quando cerca una bussola o una consolazione. Di questi miti eterni, capaci di far strada all’anima, in Occidente ne abbiamo sempre meno».
Tiziano Terzani
Un giorno, un uomo di nome Gesù stava tenendo lezione nel tempio del villaggio, quando un manipolo di uomini irruppe nella quiete di quella giornata, trascinando con sé una donna. Il Maestro chiese spiegazioni, e prontamente un uomo rispose:
«Questa donna è stata sorpresa mentre peccava di adulterio. E la Legge di Mosè ora vuole che venga lapidata. Qual è la tua parola in merito?»
Gesù comprese che quegli uomini lo stavano mettendo alla prova: se si fosse pronunciato contrario alla lapidazione, lo avrebbero di certo accusato di non rispettare la Legge, secondo la quale i testimoni di una colpa dovevano essere i primi a scagliare la pietra su chi aveva commesso peccato, seguiti poi da tutto il resto del popolo. Ma se avesse confermato la pena, allora sarebbe caduto in contraddizione con la sua parola, che invece insegnava misericordia, pietà e compassione. Così, Gesù poggiò i suoi libri e, dopo una lunga pausa d’imperturbabile silenzio, parlò:
«Bene, fratelli. Dunque chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
Gli uomini per un momento gioirono, ma poi si fermarono e interdetti si guardarono l’un l’altro. Loro, che così pronti avevano puntato il dito contro un altro essere umano e che erano determinati e felici di ammazzarlo a sassate, si resero conto che non potevano lanciare quella prima pietra. Tutti avevano commesso a loro volta almeno un errore nella vita e sicuramente un qualche dito poteva essere puntato anche contro di loro. Dunque, uno alla volta, fecero un passo indietro.
Gesù si avvicinò quindi alla donna, le slegò le mani e poi, con voce solenne, «va», le disse, «nessuno ti ha condannata. E neanche io ti condanno, ma d’ora in poi non peccare mai più». Così, la donna fu libera di andare, capendo che la soluzione non era puntare il dito contro qualcuno per proteggere se stessi, quanto unirsi per evitare di sbagliare nuovamente.
Testo Sacro Occidentale
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