Il giorno dopo: la “speranza” sfaldata?

Punti sul panorama politico e mediatico greco

 di Dimitris Serafis

 

La Troika è riuscita a sottomettere il premier greco alle sue richieste, per applicare maggiori, devastanti misure di austerità attraverso il terrorismo finanziario e la minaccia di spingere il paese oltre il limite del collasso economico. La maggioranza della leadership UE, lo scorso fine settimana, ha agito – nella sostanza – come un assassino economico contro un governo che, per la prima volta, ha contestato l’austerità. Opinione, questa, condivisa anche dai media mainstream tedeschi, come Der Spiegel. Negli ultimi cinque anni, hanno creato una cavia; con questo accordo, vogliono dare un esempio di “tolleranza zero” a tutti coloro che proveranno una mossa politica simile a quella del governo Tsipras. Questo è un ultimatum mandato ai movimenti come “Podemos” in Spagna, o come quelli, emersi nell’ultimo periodo. Parole chiarissime: umiliamo i “ribelli” e chiunque vorrà riprovarci. Mercoledì 15 luglio, al parlamento greco, c’era il primo voto delle misure che hanno chiesto le istituzioni per dare il via al finanziamento dell’accordo. Il premier dovrebbe affrontare il voto del parlamento per la ratifica delle nuove misure di durissima austerità legate ai cosiddetti aiuti, tra i quali l’aumento dell’IVA e un mercato del lavoro ultraliberista.

Trentanove parlamentari di Syriza hanno espresso il loro disaccordo sulle misure del nuovo programma.

Fra loro, la presidente del parlamento, Zoi Konstantopoulou, l’ex ministro Yanis Varoufakis, il ministro Panagiotis Lafazanis, capo della “piattaforma della Sinistra” di Syriza. Al partito della sinistra, 109 membri del Comitato Centrale hanno chiesto una riunione straordinaria, esprimendo il loro disaccordo sulle misure. Sostengono che la sinistra non dovrebbe affiancare il suo nome a un programma che condannerà la maggioranza della società greca. Dall’altra parte, altri parlamentari di Syriza sostengono che il premier abbia fatto tutto il possibile per evitare il disastro economico e che debba essere il governo a non permettere il ritorno delle forze dei Memoranda al potere. Infatti, dicono che mentre le misure sono molto difficili, esistono altre misure su cui il governo potrebbe concentrarsi per dare un’immagine di giustizia sociale. Alla coalizione del governo, il capo di Anel, Panos Kammenos, ha dichiarato che supporterà il governo e il premier Tsipras, però non voterà a favore delle extra misure che hanno chiesto le istituzioni.

“Benvenuto il primo ministro alla linea della responsabilità”, dicono in ogni momento le forze politiche dell’austerità. Un sistema politico all’interno, condannato dal popolo, chiede vendetta senza vergogna. “Il premier dovrebbe ringraziarci”, stanno sottolineando i parlamentari di Nuova Democrazia, di To Potami, e di Pasok. Hanno trovato una possibilità ottima per finire con i “disobbedienti”. Con loro, un panorama mediatico che prima del referendum ha usato tutte le sue forze per minacciare l’opinione pubblica e continua a fare tutto il possibile per creare una divisione interna al governo. “SÌ all’accordo, NO a Tsipras”, il titolo del giornale Eleftheros Tipos. “229 SÌ e scisma in SYRIZA” scrive il giornale Kathimerini.

In parlamento, contro l’accordo, hanno votato il PC greco e i nazionalisti di Alba Dorata. Questi ultimi provano a porsi come l’unica forza in grado di sostenere la lotta del popolo contro l’austerità. Mentre prima dal referendum non hanno dichiarato la loro posizione politica, dopo la grande ondata di “OXI” provano in ogni modo di cavalcare il malcontento popolare.

Fuori dal parlamento, presidi e scontri. Tanti feriti, 26 fermati e centinaia di persone soffocate dal delirio di lacrimogeni provocato dalle forze dell’ordine.

La Confederazione dei dipendenti al settore pubblico, la confederazione del PC – il PAME, sindacati di base, unioni degli studenti, organizazioni della sinistra anticapitalista, sono stati attaccatti dalla polizia antisommossa. «Immagini che ci fano ricordare i giorni dei governi di Nuova Democrazia e Pasok. Questa non è la cultura della sinistra», dicono alcuni dei manifestanti che provano a creare comitati “OXI” in opposizione al nuovo Memorandum, in ogni quartiere. Un movimento che sta provando a riunirsi nel nuovo panorama.

Nella capitale greca, tutti i piani sono aperti. Secondo gli ultimi scenari, ci sarà un cambiamento dei membri del governo, e membri tecnici in grado di supportare le nuove misure prenderanno posto nel governo di Tsipras. Il sistema politico dei Memoranda chiede una vendetta. La speranza che Syriza ha creato, è ora umiliata. La maggioranza di un paese sotto la soglia della povertà, e col fantasma di una massiva depressione. Con la firma della “sinistra”. Con lo stesso argumento: non c’era un’altra opzione. Sia in Grecia che in Europa, niente sarà lo stesso dopo questo fine settimana. Dopo l’estorsione da parte della Troika. Dopo la rappresaglia da parte del governo di Tsipras. Proviamo solo a chiedere noi stessi quello che ha scritto Naomi Klein sul suo profilo Twitter: “Saranno tutti innocenti se i greci voteranno a favore dei neonazi la prossima volta?”.